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Mesto ritorno a casa: recap di Miami Dolphins – Jacksonville Jaguars

Nuova sconfitta per i Miami Dolphins, oramai una franchigia con le ossa rotte. Complimenti ai Jaguars e all’eroe domenicale: Matthew Wright.


Nella presentazione della sfida londinese tra i Miami Dolphins e i Jacksonville Jaguars avevo interpellato la speranza. Speravo infatti che l’aria europea servisse a rianimare i moribondi Dolphins, dando loro modo di tornare alla vittoria dopo quattro sconfitte consecutive. Invece siamo arrivati a cinque L consecutive, uscendo sconfitti anche dal derby della Florida fuori sede, contro dei Jags che di risultati grami ne avevano accumulati ben 20 in fila, partendo dalla scorsa stagione. Ciononostante, sono riusciti a vincere la partita.

Matthew Wright al calcio. Il ragazzo, sostituto dell’infortunato Josh Lambo, si rende autore di una gara eccezionale e vale la W per i suoi, all’ultimo secondo. Foto: Miami Herald.

Sintesi della sfida

Dopo tre settimane di assenza rientra Tua Tagovailoa tra le fila di Miami e il suo contributo si vede nelle prime fasi di gioco. Il QB è infatti più efficiente di Jacoby Brissett, che lo ha sostituito mentre recuperava dall’infortunio. Soprattutto il timoniere si trova benissimo con il suo compagno Jaylen Waddle, con il quale ha giocato anche al college, ad Alabama. È infatti questa coppia ad aprire le marcature, dopo alcuni drive di studio dove le squadre mettono assieme un attacco concreto, Dolphins inclusi, i quali avevano molto faticato ad attaccare nelle ultime uscite.

Un corto passaggio di Tagovailoa per Waddle vale 7 punti per Miami, perché dopo la ricezione di 6 yards del ricevitore matricola, Jason Sanders realizza il PAT. La risposta dei padroni di casa – giocando a Londra, non vi era una vera e propria padrona di casa ma, sulla carta, la sfida si sarebbe dovuta tenere a Jacksonville; i Jags, inoltre, sono amatissimi a Londra in quanto sono la franchigia che vi gioca più spesso – arriva con un FG. A realizzarlo è Matthew Wright, riserva dell’infortunato Josh Lambo che non farà affatto rimpiangere il titolare in questa partita, come presto vedremo.

Il primo quarto si chiude dopo la realizzazione di un secondo field goal, da parte di Sanders e dei Dolphins, lungo 33 yards. Il secondo si apre alla stessa maniera: FG di 24 yards e tre punti per Miami. L’attacco dei Jaguars ha un buon Trevor Lawrence che vede e trova Marvin Jones, WR in grande spolvero durante la sfida, lo scambio vale un TD lungo 28 yards. Prima dell’intervallo, Sanders sbaglia un calcio, non trovando il vuoto tra i due pali gialli.

L’amara conclusione

È proprio Lawrence a sbocciare nel terzo quarto, indirizzando la sfida verso una direzione precisa, favorevole ai suoi. Primo down per il TE Chris Manhertz, lancione di 29 yards per Alexander Agnew e poi un 1-2 tremendo di James Robinson, RB che prima mette l’ovale sulla linea delle 1 e poi realizza il TD che vale il vantaggio dei suoi, 17 a 13.

Tua corre per un primo down in scramble, dimostrando che l’infortunio non lo sta limitando e scambia con Waddle, poi però un suo tentativo di lancio lungo termina incompleto, evidenziando un problema ben noto nei Dolphins: l’incapacità di lanciare profondo. Al punt di Michael Palardy segue un buon drive capitanato da Lawrence, bravo anche in corsa e i suoi due porti più sicuri: Robinson e Jones. La difesa rinviene però con una grande giocata di Christian Wilkins, il quale forza un fumble che Zach Sieler ricopre.

La palla passa ai Dolphins che evidentemente non gradiscono il regalo della difesa: pronti, via e Tua sparacchia un passaggio francamente incomprensibile nel nulla delle maglie bianche – il colore che indossava Miami – finendo in una zona dove c’è il solo Neville Lawson, che ringrazia e intercetta. Grave errore per Tua, è l’unico della sfida ma resta anche un episodio quantomeno preoccupante, non si è davvero capito che accidenti volesse fare nella situazione. L’INT non sarà pagato perché la difesa tiene bene.

Tagovailoa è molto più determinato nel drive successivo e mette assieme una sequenza davvero efficace, di quelle che non capiamo per quale motivo non vengano inseguite più spesso. Mike Gesicki, arma numero 1 di questa offense, riceve in rapida sequenza 2 primi e carica il pubblico. Albert Wilson per un primo, Durham Smythe per un altro, lungo 18 yards e infine Tua che trova un TD con Waddle (4 yards), capitalizzando un fallo di taunting fischiato alla difesa.

Seguono un punt per parte, con brivido su quello di Miami. Non si capisce infatti se il ritornatore sfiori o meno l’ovale, senza riceverlo, consentendo a Mack Hollins di agguantarlo e portarlo in end zone. Il ricevitore chiede il TD ma gli arbitri non lo concedono. Brian Flores lancia una bandiera rossa ritenendo che un dito del returner abbia toccato la palla e chiedendo dunque i 6 punti. I replay non forniscono immagini chiare e incontestabili – come il regolamento della NFL impone siano per alterare una decisione presa sul campo – dunque il capo allenatore di Miami perde challenge e timeout.

James Robinson e Marvin Jones muovono la catena, quest’ultimo approfittando anche di una sbavatura di Noah Igbinoghene. In campo mancavano sia Xavien Howard sia Byron Jones e dunque la secondaria era imbottita di seconde linee. Per Igbo Miami spese la trentesima scelta assoluta al draft 2020. Il CB, finora, non ha mai dimostrato di valerla, neppure lontanamente. Si corre purtroppo il rischio che questo ragazzo diventi un super-bust alla Dion Jordan.

Brandon Jones si dispera nelle fasi finali della gara. Una sua imprecisione costa l’overtime a Miami, condannando i Fins alla sconfitta. Foto: Sun Sentinel.

Sul quarto tentativo Wright si trasforma in David Beckham e realizza uno splendido FG lungo 54 yards con un effetto da PlayStation. La partita va sul 20 pari e per Miami questo play è un tremendo dejavù. Sull’attacco successivo i Fins tentano di convertire un quarto down con Malcolm Brown ma il RB viene subito fermato e i Jags partono da ottima posizione con poco tempo da giocare. Anche Brown sta dando davvero molto poco alla causa. Emmanuel Ogbah trova un sack che dà speranza a Miami ma Urban Meyer trova il coniglio giusto nel suo cilindro. Con 6 secondi dalla conclusione, Lawrence trova Laviska Shenault; l’inesperienza del CB Brandon Jones lo porta a contrastarlo atterrandolo con un secondo sul cronometro. Il timeout Jags è immediato e il calcio di Wright (53 yards) perfetto. Con quattro zeri sul cronometro, Jacksonville la vince 23 a 20. Se Jones non va in tackle, Shenault esaurisce il tempo e si va in overtime. Il giovane CB però interviene e ha la responsabilità della sconfitta; condivisa comunque con diversi altri compagni perché questa partita andava vinta. È ormai lecito ritenere che alcune teste cominceranno a saltare, i Fins non sono neppure l’ombra della squadra che erano nel 2020.

Considerazioni e allarme rosso

Non è con i se che si fa la storia, dunque incolpare il numero 29 per l’errore mentale che ha condotto a questa brutta conclusione per i colori dei Dolphins sarebbe eccessivo. Quel che è certo, però, è che Miami sta rapidamente diventando la peggior squadra di lega. Il record vede Detroit dietro, con uno score di 0-6. I Lions però stanno ricostruendo da poco più di 0 e, dunque, sono scusati perché il loro progetto è nuovo e ha bisogno di pazienza. I Dolphins dovevano giocarsi i playoff, qualcuno li aveva definiti la franchigia che poteva impensierire i Buffalo Bills in division e ora questa affermazione fa sorridere. La ricostruzione di Chris Grier e Brian Flores appare morta, fallita, inconcludente.

Il roster è giovane e senza nessun giocatore che sappia guidarlo, i ragazzi sono messi in campo senza che abbiano l’esperienza per contenere gli avversari, lo staff tecnico non riesce a prendere decisioni che valgano W e il front office sta ancora cercando di valutare le mosse in offseason, ove si sono spese moltissime scelte al draft ma non sembra se ne siano azzeccate molte. Sta suonando un campanello d’allarme a Miami e la cosa peggiore è che, a oggi, non si vedono vie d’uscita da questa pessima situazione.

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