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NCAA 2021 week 6: Texas A&M manda al tappeto Alabama
Terremoto al vertice della Top 25: cade Alabama, Georgia nuovo #1, Iowa conquista il #2 battendo Penn State e Cincinnati completa il podio.
Ancora un sabato pazzesco per gli appassionati del mondo dell’NCAA, ancora tanto grande football e ancora tante, tantissime sorprese sulle montagne russe di emozioni, gioie e delusioni che sono la vera costante che rende il football collegiale quel meraviglioso mondo che ci piace raccontarvi ogni settimana.
Numerose le partite di grido che aspettavano le squadre di punta del ranking Top 25 dell’Associated Press in questa Week 6. A College Station, Texas, gli Aggies di Texas A&M ospitavano gli Alabama Crimson Tide. Curiosamente, non una partita di quelle che avevamo segnalato nell’ultimo episodio della nostra rubrica, eppure, proprio per non fare mancare mai sorpresissime (upset), al Kyle Field i padroni di casa mandano letteralmente in visibilio i 106,815 spettatori presenti, sotto la guida del quarterback Zach Calzada. Primo tempo caratterizzato dal predominio dei padroni di casa (24–10 al riposo), che continua anche nel terzo quarto, in cui un punt bloccato e recuperato in end zone da Alabama viene immediatamente vanificato dal kickoff ritornato in meta da Texas A&M. e Alabama mette in piedi una rimonta che culmina, a 5 minuti dal termine, con il touchdown del 38-31. Gli ultimi minuti però, vedono risvegliarsi gli Aggies, che prima trovano il passaggio del pareggio catturato in end zone da Ainias Smith e poi, grazie anche alla difesa che forza un punt di Alabama che riconsegna la palla a Zach Calzada con 3 minuti da giocare, arrivano in zona field goal. Allo scadere ci pensa Seth Small con una sciabattata da brividi che però centra i pali e sancisce una sconfitta per molti versi “storica” per i Crimson Tide. Non che Texas A&M sia nuova a questi successi, sia chiaro, ma per Nick Saban si è trattato della prima sconfitta, dopo 24 vittorie, patita da un suo ex-assistente. Jimbo Fisher, capo allenatore degli Aggies, fu infatti offensive coordinator di Saban a Louisiana State tra il 2000 e il 2004, contribuendo al titolo nazionale dei Tigers nel 2003 (trofeo conquistato da Fisher anche come head coach dei Florida State Seminoles nel 2013). Non solo: prima sconfitta per Alabama nelle ultime 100 partite contro squadre non appartenenti alla Top 25 e prima sconfitta di un #1 del ranking contro una squadra non in Top 25 dal lontano 2008. Più classico “upset” di questo non sarebbe facile trovarlo, ma va anche riconosciuto a Texas A&M il merito di avere raggiunto la posizione #21 in graduatoria subito dopo questa memorabile giornata, mentre Alabama cade addirittura al #5.
I primi beneficiari dello scivolone dei Crimson Tide sono, meritatamente, i Georgia Bulldogs, a detta di molti già degni del vertice prima di questa sesta giornata. Nella cornice mai facile del Jordan-Hare Stadium, casa degli Auburn Tigers, i rossoneri di Georgia hanno avuto vita facile, prevalendo per 34–10. Obiettivo scalata al #1 centrato dunque per i Bulldogs, mentre Auburn esce dalla Top 25.
Con la sconfitta di Alabama, inevitabilmente il #2 è stato il premio in palio per il vincitore della supersfida della Big Ten fra gli Iowa Hawkeyes ed i Penn State Nittany Lions: 23–20 il finale in favore della squadra allenata da Kirk Ferentz, grazie al parziale di 10–0 nell’ultimo quarto e festa grande ad Iowa City. Penn State avrebbe certamente avuto bisogno come il pane di questa W, probabilmente più di Iowa ma l’infortuno al quarterback Sean Clifford a partita in corso è stato un duro colpo, malgrado gli errori che ne hanno macchiato la prestazione, in confronto a cui però, quella del suo rimpiazzo Ta’Quan Roberson è stata davvero da dimenticare. Ciò detto, Penn State (ora al #7) sa che la strada dei playoff passerà per lo stesso cammino per cui sarebbe passata anche in caso di vittoria in Iowa, ossia saranno decisive la trasferta di Columbus per affrontare Ohio State, poi la gara interna contro Michigan e da ultimo, in chiusura di regular season, la trasferta di East Lansing contro Michigan State. Se i Nittany Lions emergessero indenni da questi confronti, allora avrebbero l’occasione di rifarsi nella finale per il titolo della Big Ten, che a meno di sorprese clamorose vedrà contrapposti i campioni dell’Est proprio ad Iowa. Peraltro, i rivali di Penn State continuano a macinare gioco e risultati. I Buckeyes di Ohio State (#6) hanno schiantato i Maryland Terrapins per 66–20, i Michigan Wolverines (#8) l’hanno spuntata non senza patemi d’animo in casa dei Nebraska Cornhuskers per 32–29, mentre i Michigan State Spartans (#10), una delle realtà più sorprendenti di questa prima metà di stagione, hanno espugnato il terreno dei Rutgers Scarlet Knights in New Jersey con il punteggio di 31–13. Degna di nota, ancora una volta, la prestazione del running back degli Spartans Kenneth Walker III, le cui 233 yards corse con 29 portate gli hanno permesso di raggiungere la soglia delle 912 yards stagionali (7.1 yards di media per corsa). Per l’ex-running back dei Wake Forest Demon Deacons (per inciso, giusto citarne il record di 6–0 ed il posto #16 nella Top 25, dopo la vittoria all’overtime sui Syracuse Orange) si fa sempre più credibile, legittimamente, anche la candidatura all’Heisman Trophy, addirittura da favorito secondo alcune fonti della stampa specializzata americana.
Chiudendo la parentesi sulla Big Ten e tornando alle posizioni alte della Top 25, arriva il giusto riconoscimento per il grande rendimento dei Cincinnati Bearcats, nuovo #3 dopo avere umiliato i Tempe Owls con lo score di 52–3.
Fra le altre partite di cartello, è doveroso citare due confronti importanti nella SEC. Gli Ole Miss Running Rebels (#13) del quarterback Matt Corral (altro pretendente forte all’Heisman Trophy) hanno superato di misura gli Arkansas Razorbacks (#17) al termine di uno spettacolo pirotecnico, frutto di due attacchi esplosivi e conclusosi 52–51. I Kentucky Wildcats (#11) si sono resi invece protagonisti di un’altra gara eccellente dopo la vittoria su Florida, battendo agevolmente i Louisiana State Tigers per 42–21. Tempi grami per LSU, con le voci di esonero per Coach Ed Orgeron che si fanno sempre più rumorose, come se il titolo nazionale di due anni fa fosse già preistoria.
Tuttavia, la partita che più di ogni altra merita spazio in questo nostro resoconto di giornata è stato il “Red River Showdown”. Dopo un grande primo tempo, i Texas Longhorns, che hanno nuovamente messo in mostra il proprio talentuoso running back Bijan Robinson (altro concorrente di peso per l’Heisman), si sono progressivamente sciolti nel secondo tempo di fronte agli Oklahoma Sooners, risultati poi vincenti dopo una rimonta al cardiopalma con il punteggio finale di 55–48. Importante, forse anche fondamentale per i Sooners, la mossa di coach Lincoln Riley di sostituire a partita in corso il quarterback Spencer Rattler (per inciso, in tema di Heisman, uno dei grandissimi favoriti alla vigilia della stagione e oggi caduto in disgrazia) con il freshman (giocatore al primo anno, un equivalente di rookie nel mondo dei college per chi avesse poca familiarità con la terminologia universitaria) Caleb Williams. Dramma in casa Texas (#25 per i Longhorns), festa in Oklahoma ma ancora molta acqua deve scorrere sotto i ponti per testare meglio le reali ambizioni di playoff dei Sooners (nuovi #4).
Per la Week 7, occhi puntati soprattutto su Athens, Georgia, dove i Bulldogs ricevono i sorprendenti ed insidiosissimi Kentucky Wildcats. Altro upset in vista? Non resta che scoprirlo proprio sabato.
Autore: Federico Aletti
Data di pubblicazione:
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