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NCAA 2021 week 5: Alabama e Georgia inarrestabili, colpaccio Cincinnati
Alabama si sbarazza senza problemi di Ole Miss e Georgia distrugge Arkansas, lasciando le cose in chiaro su chi comanda nella SEC.
Immancabili le sorprese nel football college ma non da dove in tanti se le aspettavano o auguravano: Alabama si sbarazza senza problemi di Ole Miss e Georgia distrugge Arkansas, lasciando le cose in chiaro su chi comanda nella SEC. Oregon cade con Stanford, Cincinnati espugna South Bend e Florida si arrende a Kentucky, mentre continua spedita la marcia dei top team della Big Ten.
I piani alti, Alabama e Georgia continuano la marcia trionfale
Grandissima attesa per il quinto sabato di stagione regolare dell’NCAA Football 2021, in particolare per il guanto di sfida lanciato dagli Ole Miss Rebels agli Alabama Crimson Tide e dagli Arkansas Razorbacks ai Georgia Bulldogs. Malgrado le rinnovate aspettative suscitate da due programmi in ascesa dopo anni di vacche magre, in queste due riedizioni del classico scontro fra il Davide ed il Golia di turno, i due Golia si confermano gli assoluti padroni della SEC, con Alabama che batte Ole Miss per 42–21, mentre Georgia mette a segno il secondo shutout consecutivo e, dopo il 62–0 su Vanderbilt, regola Arkansas con un netto 37–0. Crimson Tide confermati al #1, Bulldogs #2 nei ranking Top 25 dell’Associated Press ma l’impressione non più tanto peregrina è che, in attesa di un probabile scontro all’SEC Championship Game, in questo momento Georgia meriterebbe la leadership. Da parte loro, i Rebels scendono da #12 a #17, i Razorbacks da #8 a #13, in attesa dello scontro diretto che li vedrà di fronte questo sabato, a casa di Ole Miss.
Gli Oregon Ducks perdono il #3, scivolando al #8 a seguito della sconfitta patita al supplementare dagli Stanford Cardinal (non ranked) per 31–24. Aldilà del ridimensionamento inevitabile per i Ducks, la loro sconfitta può avere anche implicazioni significative in chiave playoff. Alla luce della grande concorrenza alle spalle di Alabama e Georgia, difficile pensare che la Pac–12 possa ancora ambire ad un “posto al sole”.
La Big Ten come anti-SEC più accreditata
La conference che invece, più di ogni altra, conferma la propria candidatura ad “anti-SEC” è la Big Ten. Nuovi occupanti del #3 sono gli Iowa Hawkeyes, vincitori dei Maryland Terrapins in trasferta con un perentorio 51–14. Restano al #4 i Penn State Nittany Lions che hanno la meglio sugli Indiana Hoosiers per 24–0. E proprio Iowa e Penn State saranno protagonisti della supersfida del prossimo sabato, ad Iowa City. Considerando che Iowa sembra essersi assicurata una presa quasi decisiva sulla Big Ten West, chi sembra essere con le spalle al muro è Penn State, vista la concorrenza serratissima di Ohio State, Michigan e Michigan State nella Big Ten East. Una vittoria offrirebbe ai Nittany Lions la possibilità di mantenere vivi i propri sogni di postseason, che potrebbero in ogni caso passare per una eventuale rivincita contro Iowa nel Big Ten Championship Game.
Parlando dei principali avversari di Penn State, tutto facile per gli Ohio State Buckeyes (#7) a Rutgers contro gli Scarlet Knights (52–13), per i Michigan Wolverines (#9) a Madison contro gli Honey Badgers di Wisconsin (38–17) e per i Michigan State Spartans (#11) contro Western Kentucky Hilltoppers (48–31).
Impresa Cincinnati a South Bend: battuti i Fighting Irish 24-13 e #5 posto nel ranking
Fra gli altri risultati, spicca l’affermazione dei Cincinnati Bearcats a South Bend, dove nemmeno la benedizione di “Touchdown Jesus” ha potuto salvare i Fighting Irish di Notre Dame. 24–13 per Cincinnati, che sale meritatamente al #5, mentre Notre Dame cade fino al #14. Cincinnati non è esattamente quel nome di altissimo profilo che fa scaldare cuore e portafogli di chi decide riguardo agli inviti a prendere parte ai playoff del college football (o, in subordine, ai principali bowl games) ma il programma guidato da coach Luke Fickell non è più una sorpresa, avendo vinto 35 delle ultime 41 partite disputate. Numeri che fanno di Fickell un nome caldissimo per la posizione aperta di capo allenatore dei Trojans di Southern California, con la conseguenza di alimentare voci di corridoio che potrebbero distrarre i Bearcats, malgrado le smentite (di rito…o forse no) di Fickell.
Dietro a Cincinnati, restano al #6 gli Oklahoma Sooners, ancora una volta autori di una prestazione sufficiente per mantenere l’imbattibilità stagionale ma non esattamente da lasciare esterrefatti (37–31 il finale sui Kansas State Wildcats). I cugini dei Sooners, gli Oklahoma State Cowboys, si insediano al #12 dopo avere messo sotto i Baylor Bears per 24–14. Brigham Young vince un altro derby dello Utah, dopo quello contro gli Utah Utes, sbarazzandosi anche degli Utah State Aggies per 34–20, meritandosi il #10. Pur senza sapore di upset, la vittoria dei Kentucky Wildcats (#16) sui Florida Gators (#20) con lo score di 20–13 valida ulteriormente la stagione sin qui molto positiva di Kentucky e costringe Florida ad un probabile addio ad eventuali sogni di gloria.
In conclusione, uno sguardo alla sesta giornata: abbiamo detto della supersfida interdivisionale, nella Big Ten, tra Iowa e Penn State e dell’incontro tra Ole Miss e Arkansas nella SEC ma segnaliamo anche Auburn–Georgia, in cui i Tigers, al #18 in graduatoria, cercheranno di infastidire la marcia dei Bulldogs e il grande classico della Big 12 tra i Texas Longhorns e gli Oklahoma Sooners. Si giocherà non ad Austin, casa della University of Texas, bensì al Cotton Bowl di Dallas e si tratterà di una delle ultime edizioni del “Red River Showdown” (uno dei soprannomi della rivalità tra Sooners e Longhorns) nella Big 12, in attesa che i due programmi completino, entro il 2025, il proprio trasferimento nella SEC.
(Photo credit: Albert Cesare / The Enquirer)
Autore: Federico Aletti
Data di pubblicazione:
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