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SNF: buona la prima per i Rams sui Bears
Il programma della prima domenica di regular season si conclude con una bella vittoria dei Los Angeles Rams sui Chicago Bears per 34-14.
Grande atmosfera per l’esordio stagionale (con pubblico, finalmente) dei Los Angeles Rams nel meraviglioso SoFi Stadium di Inglewood, zona sudovest dell’area metropolitana di Los Angeles, che ospiterà il prossimo Super Bowl e che per la Week 1 della stagione 2021 è il teatro del primo Sunday Night stagionale tra Los Angeles Rams e Chicago Bears.
I padroni di casa non solo si presentano alla nuova stagione nutrendo il legittimo sogno di emulare i Tampa Bay Buccaneers e giocarsi il titolo in casa come fece la squadra di Tom Brady l’anno scorso, ma sono anche effettivamente valutati tra i grandi favoriti nella NFC da molti opinionisti di rispetto. Diverso discorso per gli orsi di Chicago, per i quali si prospetta una stagione di transizione in attesa di avviare ufficialmente a tempo pieno l’era Justin Fields.
I primi 25 minuti, escludendo una corsa lunga da 41 yards di David Montgomery in occasione del secondo play dalla linea di scrimmage, sono un grande incubo per gli ospiti. L’attacco dei Bears riprende con gli stessi limiti evidenziati per lunghi tratti durante la scorsa stagione, ossia un play calling prevedibile, una serie di decisioni discutibili dell’head coach Matt Nagy (in particolare quelle di giocare due quarti down e corto, senza successo, concedendo campo corto all’attacco dei Rams) e una difesa non esattamente all’altezza della nomea che le difese dei Chicago Bears hanno storicamente meritato.
Fra qualche azione claudicante dell’attacco blu-arancio e i primi snaps da pro di Justin Fields, chiamato in causa in alcuni pacchetti offensivi specificamente disegnati per lui, i Rams prendono il largo con un TD su lungo passaggio di Stafford, che si presenta bene ai suoi nuovi tifosi anche approfittando di una secondaria dei Bears decisamente porosa e poi con due field goals. Prima della fine del primo tempo, però, c’è tempo per un TD di David Montgomery, che lotta e mulina le gambe come una furia ogni qualvolta il suo numero è chiamato a toccare la palla, per lasciare intendere che almeno lui non ci sta a perdere senza dare battaglia (ed infatti il giovane running back concluderà con 108 yards su 16 portate, il primo corridore ad infrangere il muro delle 100 yards in una partita contro i Rams dalla Week 15 della stagione 2019).
13-7 al riposo, con i Bears che perdono Jason Peters per un problema muscolare e, tornati in campo dagli spogliatoi, concedono subito l’allungo ai Rams, autori di un altro TD su passaggio profondo di Stafford, a firma Cooper Kupp. Qualcosa però cambia nel terzo quarto, quando Andy Dalton trova ritmo nel contesto di un piano di gioco molto efficiente, consistente perlopiù di corti passaggi ad alta percentuale di completo. I Bears mangiano campo con grande piglio (ma anche mangiano prezioso cronometro per effetto della combinazione tra corse e passaggi corti) e arrivano ad accorciare con il primo TD in carriera, su corsa, di Justin Fields. 20-14 e questi però saranno gli ultimi punti per i Bears che, in una gara rapidissima in virtù di pochissime interruzioni del cronometro, vedono poi svanire le proprie velleità di rimonta in un ultimo quarto dove i Rams scoprono la chiave per neutralizzare Dalton, vittima di una linea che ora fa veramente fatica a tenere Aaron Donald e compagni, e mettono se possibile ancora più a nudo le deficienze di una secondaria dei Bears che sembra spesso un’accozzaglia senza amalgama e che soffre molto la perdita di Kyle Fuller, approdato a Denver durante la free agency.
Finisce 34-14 e non si può dire che il risultato non rispecchi i valori visti in campo, aldilà di qualche dettaglio. I Los Angeles Rams sperano di avere trovato in Matthew Stafford il pezzo mancante del loro puzzle per tentare di arrivare in fondo e il debutto dell’ex quarterback dei Detroit Lions è stato sicuramente molto incoraggiante, così come evidenziato da un’intesa già molto produttiva con Cooper Kupp e i suoi compagni del reparto dei ricevitori giallo-blu. I Bears, da parte loro, sembrano invece destinati ad una lunga stagione, anche se le sconfitte patite da tutte e quattro le compagini della NFC North lasciano aperte ancora tutte le possibilità. Di certo, si può dire che: a) se i Bears hanno ancora problemi già evidenziatisi l’anno passato sia in attacco che in difesa, il primo nome sulla lista dei possibili colpevoli è quello di Matt Nagy; b) malgrado le attese suscitate dal nuovo defensive coordinator Sean Desai, ritenuto il più brillante discepolo dell’ex coordinatore e ora head coach dei Denver Broncos Vic Fangio, le falle nella secondaria, che si temeva potessero dare grossi grattacapi a Desai, si sono rivelate più preoccupanti del previsto. La buona notizia è che non tutte le settimane si affronta un attacco come quello dei Rams ma è certo che non basteranno le invocazioni, che si intensificheranno di certo, ad inserire Fields come titolare, se non verranno nel frattempo trovate delle pezze robuste sia per quanto riguarda la linea d’attacco che per quanto riguarda la difesa aerea, magari nella speranza che la ben poco premiata ditta Khalil Mack – Robert Quinn dia segni di vita. In fondo, una secondaria efficiente sente i benefici di una pass rush aggressiva e produttiva, cosa che questi Bears non sono riusciti a mostrare questa sera ma che dovranno certamente mostrare nella prossima partita, in casa contro i Cincinnati Bengals.
Autore: Federico Aletti
Data di pubblicazione:
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