Genio e sregolatezza, una celebre formula applicata al mondo della scienza, dell’arte e anche dello sport. Come il calcio e il basket anche il football americano ha i suoi George Best o Dennis Rodman… Atleti noti non solo per le loro prestazioni sportive sul campo ma anche per la il loro stile di vita al limite e per i loro colpi di testa.
Bronko Nagurski
Uno degli storici “pazzi scatenati” del football fu Bronislau “Bronko” Nagurski. Figlio di contadini ucraini trasferitisi nel Minnesota nei primi del ‘900, da giovanissimo aiutava la sua famiglia con il lavoro nei campi, lavoro che gli servì a forgiarsi un fisico statuario e una forza bruta che lo aiutarono a sfondare nel football universitario. Stella dei Chicago Bears con all’attivo diversi titoli di division e due campionati, era alto 1,88 e pesava 110 kg, una mole che all’epoca lo rendeva anche uno dei giocatori più dotati fisicamente dell’NFL. Devastante come running back, si distinse come defensive lineman e anche come offensive ruolo che decise di ricoprire a seguito di un infortunio. Nella sua carriera da sportivo professionista Nagurski vanta due titoli da campione del mondo nella NWA (National Wrestling Association) e di lui si raccontano diversi gustosi aneddoti come quando, dopo alcuni scherzi con i compagni di squadra in un dopo partita, cadde da una finestra del secondo piano di un palazzo schiantandosi al suolo. Rialzandosi come nulla fosse e circondato da una folla incuriosita venne avvicinato da un poliziotto che gli chiese cosa fosse successo, e rispose con nonchalance di essere un semplice osservatore come gli altri…
Tim Rossovich
Un’altra icona d’antan di questo sport,Tim Rossovich, linebacker californiano con una carriera tra i Philadelphia Eagles, i San Diego Chargers, i Philadelphia Bell e gli Houston Oilers, è rimasto celebre per le sue numerose bizzarrie che lo hanno reso noto come uno degli sportivi più eccentrici della storia. Un giocatore che non si è mai voluto limitare andando sempre al 100% anche nei suoi violenti interventi che spesso gli hanno procurato diversi infortuni. I problemi fisici non gli hanno permesso di raggiungere le vette di questo sport tuttavia i suoi estimatori lo ricordano come un fanatico del football e per la sua abnegazione tanto che ad esempio si racconta che una volta allenatori e compagni di squadra furono costretti a staccare Rossovich dalla macchina dei placcaggi, intento a colpirla sempre più pesantemente in una fase mistica di trance agonistica.
Conrad Dobler
L’offensive lineman dei Cardinals, Conrad Dobler, è stato etichettato dal Sport Illustrate nel 1977 come “Il giocatore di football più scorretto della storia”. La sua reputazione di macellaio era rafforzata da alcune sue interviste nelle quali volutamente incrementava la sua fama di bad boy per intimorire i suoi avversari e rendere così più semplice il suo lavoro sul campo. “Qualsiasi cosa combinerò sul campo la farò franca” oppure “Quando vedo i defensive lineman saltare per intercettare un passaggio vicino a me, li colpisco nel plesso solare, in modo da far abbassare le loro mani molto velocemente” alcune sue frasi rimaste nella storia dell’NFL che hanno contribuito a rendere questo baffuto bullo del football ancora più spaventoso.
Dick Lane
Dick “Night Train” Lane è senz’altro il cornerback più famoso nella storia della NFL. Il suo mitologico nickname è frutto di una combinazione tra esplosività nel tackle e velocità che lo hanno reso uno dei più temibili placcatori dei suoi tempi e anche un intercettatore formidabile (al quarto posto di tutti i tempi con 68 intercettazioni).
La tecnica di placcaggio di Lane era super aggressiva e consisteva nell’agganciare il casco degli avversari o nella cinturazione del loro collo. Lacci californiani e affondi alti pericolosissimi che in virtù della loro spietatezza costrinsero l’NFL a vietare questo genere di entrate nell’ottica di limitare incidenti lesivi per la salute dei giocatori sul campo da gioco. Il suo stile di placcaggio spietato venne una volta spiegato dallo stesso Lane in un’intervista rilasciata al The Sun-Telegram: “Il mio obiettivo è fermare l’avversario prima che guadagni un altro centimetro, se lo colpisco alle gambe potrebbero cadere in avanti per un primo down, per questo li afferro intorno al collo, così posso presto tornare a sedermi in panchina“.