Habemus QB, nella città dell’amore fraterno. Il vincitore panchinaro di un Super Bowl, Carson Wentz, è stato presto mandato in soffitta da una prestazione sublime di Jalen Hurts, che come QB preso al secondo giro, fa vedere che riesce a mettere in particolare difficoltà anche una squadra che nelle ultime settimane ha dimostrato di giocarsi una post-season da protagonista.
Presto, forse, per dare giudizi di natura anche tattica sul cambio di QB a Philadelphia, che dopo il Super Bowl vinto a Minneapolis, ha sempre faticato con il ruolo principale dell’attacco. Nick Foles è stato immediatamente dimenticato (non dai tifosi), Carson Wentz ha avuto una parabola discendente, e l’intera squadra comandata da Pederson ha fatto una fatica incredibile, specie nelle ultime 3 stagioni.
Hurts, scelto come 53simo dagli Eagles, è stato portato a Philadelphia nella stessa maniera per cui Jordan Love è stato scelto dai Green Bay Packers: portare un senso di piccantezza nella sfida dei QB.
Il campione, Aaron Rodgers, oltre a mettersi a far da chioccia al QB di Utah St., ha accettato la sfida, e ha dimostrato che a Green Bay regna ancora lui. E Rodgers è stata la causa del cambio QB a Philadelphia. Fuori Wentz, dentro Hurts. Wentz che non ha retto l’emotività alla sfida, ha lasciato spazio ad un Hurts che molto probabilmente completerà la stagione degli Eagles under centre.
Per quanto riguarda i Saints, invece, è una sconfitta bruttina, utile, che serve da forte bagno d’umiltà, prima di una sfida estremamente importante, probante (e forse anche stimolante) contro i Kansas City Chiefs.
Prima però, dobbiamo capire le ragioni della sconfitta dei Saints, che potevano vincere, di misura, ma non ce l’hanno fatta.
Wil Lutz, stai bene?
2 field goal sbagliati. 6 punti buttati via. Ergo: poteva finire 27 a 24 per i Saints, ma il buon Wil è stato il principale colpevole della sconfitta dei Saints. Il secondo colpevole è il reparto della linea offensiva, e il terzo è la difesa, che sebbene sia una delle migliori di questa stagione, non ha portato alcuna pressione su Hurts, che è rimasto a zero sack subito (contro i 5 di Taysom Hill, che ne he ha subiti 5 per un arretramento di 29 yard). Per il resto, appunto, la vittoria dei Saints era a portata di piede. Purtroppo, la sfortuna perseguita Lutz da qualche domenica, iniziando dal finale della sfida contro i Falcons, per poi (speriamo termini) proseguire contro gli Eagles.
Jalen Hurts: una vita passata a smentirsi e smentire
Era dai tempi di Alabama, che Jalen passa a smentire chi dubita di lui. Scelto da Nick Saban, per guidare l’attacco dei Crimson Tide, e poi messo in panchina per favorire un Tua Tagovailoa, che era più concentrato sull’obiettivo. Poi lo voleva Texas A&M, ma non voleva trovarsi a giocare di nuovo nella SEC conference. Infine il trasferimento nella Prateria, a Oklahoma. Una stagione complicata, una semifinale persa contro LSU, ma senza demeriti specifici. Però aggirava in lui una strana aria: quella di colui che perde nelle sfide importanti. Certo, la sfida di regular season contro i Saints è stata semplicemente una partita, appunto, di regular season, che non mettere gli Eagles in testa alla NFC East, ma che di sicuro ha complicato e non poco il proseguo della stagione dei ragazzi del Bayou. Ma ha giocato con razionalità, semplicità, cercando di non strafare. Purtroppo, a un mese dal termine della stagione regolare, non avrà tanti voti da prendersi per il premio di rookie dell’anno. Sarà il 2021 l’anno che gli consentirà di mettersi in luce: la NFC è terreno di conquista per qualsiasi squadra, e ancora adesso lo è.