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Il momento di rialzarsi: preview di Dolphins@Jets
La sfida contro i Jets, a New York, appare alla portata di Miami. Guai però a sottovalutare l’avversario: ripassiamo le chiavi del match nella preview
Archiviata la sconfitta di Denver, che ha interrotto la striscia di 5 vittorie consecutive, i Miami Dolphins si preparano a scendere in campo al Metlife Stadium, contro i rivali divisionali di New York. Per continuare a restare in scia playoff occorre tornare a casa con una vittoria dalla Grande Mela. I Jets hanno poco da chiedere a questa stagione ed è lecito pensare che una sconfitta possa addirittura essere nel loro interesse qualora stiano davvero puntando la prima selezione assoluta al draft di aprile. Personalmente, mi viene sempre difficile pensare che una qualsiasi franchigia che giochi a questo livello scenda in campo per perdere, dunque non mi adagerei su questi allori contando che i nostri avversari ci facciano vincere di proposito.
Il pronostico appare sbilanciato, almeno sulla carta, a favore degli ospiti, i quali comunque hanno alcune grane da risolvere al loro interno, come ad esempio scegliere il QB titolare, mai sottovalutare un avversario, però, in questa lega.
Alla ricerca dello sweep
L’anno scorso, ricorderete, a New York i Dolphins persero proprio allo scadere, sul buzzer come si direbbe in termini cestistici. Naturalmente quelle squadre erano diverse da quelle di quest’anno. I Jets non erano bloccati a 0 vittorie e non avevano la testa già alla stagione successiva, i Dolphins invece si, dal momento che erano all’anno 1 della loro profonda ricostruzione. Tale vittoria diede a New York il vantaggio nella serie all-time contro Miami, mettendoli sul 55 a 54. Vincendo domani, i Dolphins pareggerebbero i conti con i loro storici rivali divisionali; vincendo domani, gli ospiti metterebbero a segno un season sweep – ovvero una doppia vittoria nelle due sfide stagionali – ai danni dei loro avversari newyorchesi. Qualche settimana fa, infatti, a Miami i Jets furono già sconfitti dalla squadra del Sud della Florida.
La tappa a New York rappresenta un altro step per migliorare. I Dolphins guidati da Brian Flores hanno aggiunto sempre qualcosa, partita dopo partita, alle loro performance, dimostrandosi una squadra in crescita continua. Lo scorso anno, ad esempio, dopo essere partiti 0-7, i Fins riuscirono a concludere la loro stagione, a dicembre, con il record di 3-2. Quest’anno dopo una partenza 1-2 a settembre, Miami ha fatto 2-1 in ottobre e, vincendo domani, può andare 4-1 nel mese di novembre. Il calendario che ha avuto la squadra negli ultimi 30 giorni, lo consente.
La filosofia di Flores però non gioca con le statistiche come fanno i giornalisti e gli analisti; il pensiero del capo allenatore è semplice: “L’anno scorso era l’anno scorso. Noi affrontiamo gli ostacoli un giorno per volta e cerchiamo di migliorare sempre. Abbiamo fatto bene e si è visto nel corso dell’anno. Non dobbiamo però parlare a lungo della settimana scorsa, di quella prima o dei primi 3 mesi di questa stagione, i miglioramenti devono essere giornalieri.” La convinzione e il pragmatismo di Flores stanno plasmando il DNA e la cultura di questa squadra; è molto importante poter contare su un allenatore così motivato e motivante.
Gli infortuni di giornata
Parliamo di football e, dunque, gli infortuni sono all’ordine del giorno. Per quanto riguarda Miami, sono stati già dichiarati out il RB Salvon Ahmed e la guardia offensiva Solomon Kindley. Jakeem Grant, WR e stellina dei ritorni è in dubbio, così come lo è il QB titolare delle ultime 4 partite: Tua Tagovailoa. Il giovane timoniere, infatti, ha accusato una botta al pollice nel corso della sfida di Denver. Lo staff di Miami conta di poterlo schierare ma ha anche affermato che non si prenderà rischi inutili. Probabilmente sarà presa una decisione nella notte italiana tra sabato e domenica. Myles Gaskin potrebbe recuperare per tempo mentre Christian Wilkins è ufficialmente fuori dalla lista COVID e potrà dunque scendere in campo.
Sul fronte dei Jets invece è pienamente recuperato Sam Darnold, dunque sarà lui il QB titolare per il match, mentre il LB Patrick Onwuasor sarà sicuramente indisponibile. George Fant e Chuma Edoga (tackle offensivi) difficilmente riusciranno a recuperare mentre c’è ottimismo per Blake Cashman (LB) e Alex Lewis (guardia offensiva).
Che partita attendersi
I Jets, sulla carta, sono in questo momento inferiori a chiunque militi nella lega. Quest’anno, purtroppo, la NFL ci ha mostrato numerose squadre non all’altezza: pensiamo ai Detroit Lions, ai Cincinnati Bengals, alla sottodimensionata NFC East dove tutte e quattro le squadre che vi militano hanno record negativi, pensiamo anche ai Jacksonville Jaguars o agli Atlanta Falcons. All’interno del numeroso insieme di franchigie poco competitive, la gang green è la peggiore. Commetteremmo però un errore imperdonabile se mancassimo loro di rispetto e archiviassimo questa partita come già vinta, poiché dobbiamo comunque giocarla, su un campo dove i Dolphins non sono amati affatto e con un clima invernale e prenatalizio che non è esattamente quello dell’Hard Rock Stadium.
New York ha recuperato pressoché tutti i suoi lungodegenti in attacco e, nonostante le defezioni elencate nel paragrafo precedente, Adam Gase sarà in grado di schierare il suo migliore attacco. Non attendiamoci dunque una partita di rimessa, di attesa, per i padroni di casa, i quali sicuramente non se ne staranno rintanati lasciando a Miami l’iniziativa per 60 minuti effettivi.
Le chiavi della sfida
Com’è ormai norma in questa presentazioni delle partite dei Dolphins, proviamo a delineare alcune chiavi della partita. Sarà importante mantenere i Jets… atterrati. Per farlo è necessario essere efficaci e tenere in mano il pallino del gioco. Solitamente, le squadre disciplinate riescono a farlo meglio e più a lungo nel corso dell’ora di gioco. Disciplina deve essere la parola chiave quando si affronta una squadra senza vittorie come questa; Miami ha dimostrato di saper approfittare dei turnover, dell’ottimo stato di forma del suo special team e delle giocate esplosive della sua difesa, che spesso hanno portato punti. L’attacco, fino a questo punto, è stato poco più che un comprimario, muovendo la catena e segnando TD dove occorre farlo, nella end zone. Questa formula probabilmente non è sufficiente a farti vincere partite contro avversari forti, in odore di playoff. I Jets, però, non rientrano affatto in tale categoria. Tutti i ricevitori saranno a disposizione di Darnold, poiché nessuno figura più come indisponibile. La battaglia posizionale sarà molto importante, perché a campo corto corrisponde spesso TD facile e per difendere un campo corto servono poche penalità; serve disciplina, appunto.
Il principale fronte, in una partita di football, è ovviamente la linea di scrimmage. La partita di Denver è stata persa, in larga parte, perché si è fallito in questa zona. I blocchi uno contro uno sono sempre stati persi da Miami, che spesso non è neppure riuscita a mettere in difficoltà l’avversario su semplici schemi di pass protection; per tal motivo, Tagovailoa ha stretto amicizia con il 3 e fuori, senza aver modo di apprendere nulla riguardo al ritmo di una partita di football al livello della NFL; in linea Denver si è dimostrata migliore e, giustamente, ha trovato la vittoria. Chi controlla la linea controlla spesso la partita, è semplicemente troppo importante vincere sullo scrimmage. Senza dubbio Gase e il suo staff avranno visto le registrazioni della partita contro i Broncos e proveranno a replicare le aperture per le corse portate dai più veloci tra gli uomini di linea, in modo da tenere sempre in movimento la catena e dare modo a Frank Gore e Ty Johnson di ottenere quello stesso successo che 7 giorni fa arrise a Melvin Gordon e Phillip Lindsay. Dovrebbero portare un pò d’aria fresca alle linee i rientri di Wilkins – che in difesa è in grado di stoppare l’attacco e resettare la linea di scrimmage – e Jesse Davis, importante nella offensive line in quanto è uno dei veterani di squadra ed è un uomo in più in rotazione, capace di far rifiatare più spesso i suoi compagni di reparto.
In ogni statistica offensiva o difensiva che abbia qualche valore, i New York Jets sono ultimi o tra gli ultimi della lega – non deve stupire, c’è un motivo se sono 0 – 10 – mentre i Dolphins sono intorno alla metà degli indicatori in quasi ogni classifica statistica. Si tratta però di una partita divisionale, per l’orgoglio più che per la W, e dunque Miami non deve pensare di averla già in tasca, giocando a mezzo servizio; dovrà invece portare il suo miglior sforzo in tutte e tre le fasi di gioco. Partite come questa possono creare affiatamento, rinsaldare il playbook e rafforzare lo spirito di squadra. Come si diceva, però, l’attacco sarà al completo per i padroni di casa e sono certo che Breshad Perriman, Denzel Mims e Jamison Crowder, i tre ricevitori in verde, non avrebbero grossi rimorsi se dovessero regalare una gioia all’ambiente. Nessuno a New York vuole andare 0-10 – o meglio, nessuno lo dice apertamente ma magari qualcuno sogna davvero Trevor Lawrence ai Jets e sa bene che, per avverare questo desiderio, occorrerà avere la prima scelta e soltanto la prima scelta in aprile – e lo schiaffo psicologico di una vittoria alzerebbe molto il morale a tutto l’ambiente.
Miami sta imparando a pensare da grande squadra, adottando una next team up mentality che non si concentra sull’avversario di settimana ma sulla lunga marcia delle 16 sfide stagionali. Per continuare a crescere e migliorare, per battere un avversario diretto e per tenere vivo il sogno playoff Miami ha un solo risultato domani: la vittoria. Forza Dolphins.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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