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Il fascino della prima volta: recap di Rams@Dolphins

Miami vince e convince con una grande prestazione difensiva. Tua debutta con più ombre che luci ma con una defense così dominante non è un problema


La sfida in week 8 tra Miami e Los Angeles sponda Rams, tenutasi all’Hard Rock Stadium di Miami Gardens, è fortemente caratterizzata dal numero 1. Intanto perché si è giocata il primo di novembre e poi perché ha visto il debutto – dunque la prima partita da titolare – del QB matricola Tuanigamanuolepola Tagovailoa. Il quale gioca con il numero 1.

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L’ingresso in campo dei Miami Dolphins. Foto: Pro Football Focus

La solitudine dei numeri primi

Vedremo poi anche le altre casistiche in cui il numero 1 cozza con la sfida di cui si sta per andare a raccontare. Intanto, però, partiamo dal motivo principale di interesse delle partita: la prima da starter per Tua.

L’ex stellina di Alabama Uni arriva con un CV invidiabile, essendo il giocatore con il più alto QB rating nella storia del campionato NCAA. La sua ultima stagione a Tuscaloosa, però, ha coinciso con un grave infortunio all’anca, che ne ha interrotto a novembre 2019 la carriera collegiale e messo a rischio quella tra i professionisti. Alla fine, comunque, Miami ha scelto di chiamarlo allo scorso draft – tenutosi in forma virtuale in aprile – con una scelta molto alta: la quinta assoluta. Dopo qualche settimana di riflessione su quando fosse il turno migliore per mettere il giovane atleta in campo, si è deciso per questa week 8 contro l’arcigna difesa dei Rams. Lo staff dei Dolphins ha evidentemente giudicato i tempi maturi per vedere il valore di quel che si ha in casa. Siamo nella seconda metà della regular season oramai, è tempo di cominciare a preparare il piano d’attacco in vista del prossimo draft.

Tua non ha affatto impressionato al debutto. Si è mostrato acerbo e poco preciso – certo, i suoi ricevitori non lo hanno aiutato, sbagliando numerose ricezioni, alcune delle quali davvero facili per sportivi di questo livello – ma ha mostrato sprazzi di classe e talento puro. La partita di domenica, poi, non è stata un giusto banco di prova poiché di fatto, l’ha vinta da sola la difesa dei Dolphins, mostrando di essere un reparto di elevato livello. Per un giudizio su Tua, dunque, dobbiamo ancora attendere. Il suo reparto contro Los Angeles ha giocato male, sottotono, ed è apparso per lunghi tratti poco efficiente. Le statistiche parlano di meno di 100 yards in passaggio per il QB e 145 totali per la squadra: una miseria, un imbarazzo, un’insufficienza grave. In questa lega, però, ci sono statistiche ben più rilevanti, ad esempio il margine dei turnover, che Miami ha dominato 4 a 2 grazie alla maiuscola prestazione della sua defense. Dato il vantaggio accumulato, si è deciso di bruciare il cronometro e si è favorito il gioco di corsa rispetto a quello di passaggi di Tagovailoa. Ci saranno altre occasioni per parlare del QB, per questa volta, ci accontenteremo della vittoria. A fine match Tua ha dichiarato di non essere stato all’altezza delle potenzialità di questo attacco. Ha sicuramente ragione, statistiche alla mano, ma sbaglieremmo ad affondarlo dopo una sola partita. Diamo al ragazzo il tempo di cui necessita, poi sapremo giudicarlo.

Non si passa

La partita comincia con l’attesa ovazione dei tifosi di casa per il loro QB. Nonostante le normative impongano ancora ingressi contingentati a causa della pandemia, i supporter della squadra della Florida del Sud hanno saputo farsi udire nella circostanza. In attacco vanno dapprima i Rams: il RB Darrell Henderson guadagna un primo ma poi tocca subito a Johnny Hekker, punter dei californiani, sparare l’ovale lontano. Il primo drive di Tagovailoa è da matita rossa: fumble nella propria end zone, ricoperta da Los Angeles e poi trasformata in TD in due giochi, grazie ad una corsa breve del poliedrico WR Robert Woods, impiegato questa volta come corridore puro. Grave errore, in questo frangente, del CB Xavien Howard che non lo tiene e gli apre la porta dell’area di meta. 5 yards di TD per gli ospiti e possesso Miami in ottima zona, sulle proprie 49 grazie ad un Jakeem Grant che appare da subito in grande spolvero.

Shaq Lawson porta un sack al quarterback Jared Goff, costantemente messo sotto pressione dai Dolphins. Foto: Associated Press/Wilfredo Lee

Tua sbaglia ancora, in maniera un pò rozza, un non certo complicato bubble screen e allora ci deve pensare Matt Haack con un punt. Il campo per i Rams è lunghissimo; prima Henderson e poi Woods lo accorciano, ma la difesa ha la meglio: punt. Chan Gailey, coordinatore offensivo per i Dolphins, vede le difficoltà del suo QB e prova a instaurare un gioco di corsa con Myles Gaskin, la difesa di Los Angeles però non è venuta a Miami a prendere il sole – probabilmente gli basta quello della loro città – e intuisce immediatamente le intenzioni avversarie: punt. Jared Goff rientra in campo ma non è certo a suo agio perché la difesa di casa lo mette in difficoltà, gli porta pressione e corre seriamente il rischio di indurlo in errore. Timore che si trasforma ben presto in realtà grazie a Christian Wilkins, il giovane tackle difensivo che sta disputando un’ottima stagione, come dimostra anche l’intercetto che porta, in questo drive, al numero 16 ospite. Si tratta del primo INT in carriera per il carismatico numero 94 di Miami, in fin dei conti, si tratta del match delle prime volte.

I Dolphins capitalizzano. Primo down Gaskin, primo down Grant, zona rossa per Miami e da lì un play da applausi. Dalla linea delle 3 Tagovailoa guarda dritto in mezzo alla linea, di fronte a sé, vede DeVante Parker marcato a uomo ma tra le fila dei Rams non c’è più Jalen Ramsey (il CB si è sentito poco bene in apertura e ha lasciato il campo, facilmente sarà già in campo in week 9) e allora vale la pena testare il proprio ricevitore: detto e fatto. Lo spin della palla è perfetto, la traiettoria millimetrica, Parker riceve e difende con grande concentrazione; il possesso è buono e il TD anche, i Fins fanno 7 a 7 dopo il PAT. Primo TD in carriera per Tua – il numero 1, gliene auguriamo moltissimi altri – per il ricevitore con il numero 11, due volte 1.

Fa tutto Henderson sull’attacco ospite ma non basta, serve ancora il punter. Hekker è forse il migliore nel suo ruolo e lo dimostra, mettendo l’ovale sulle 3. Tua con le spalle al muro va in difficoltà mentre Gaskin proprio in crisi: sanguinoso fumble ricoperto dai Rams, Goff deve percorrere meno di 10 yards per segnare. A volte però il campo corto è una trappola, esattamente come in questo caso. Sean McVay va in empty backfield, lasciando Goff solo nella tasca; una red zone defense in quella zona, in simile situazione ha solo una possibilità: un blitz totale. Josh Boyer e Brian Flores apparecchiano alla perfezione, subito shift a destra, nella parte del campo più affollata di attaccanti per la linea, bloccatori offensivi che li seguono e Emmanuel Ogbah che resta solo contro Goff e la fa pagare cara all’attacco: QB livellato, fumble clamoroso e Andrew Van Ginkel che si impossessa dell’ovale. Non saranno tante le volte che un simile uomo di linea si trova a correre per 78 yards fino alla zona di meta ma this is football: i Fins con le spalle al muro si trovano sopra di un TD e la sideline può esplodere. Primo TD in carriera per Van Ginkel, a proposito di numero 1.

Il super big play stordisce i Rams. Il loro attacco non combina nulla, di nuovo e serve ancora una volta Hekker. Il punter fa il suo – come al solito – ma il ritornatore di Miami è noto soprattutto per una sua caratteristica: la velocità. Nessuno lo ferma infatti e allora Grant, arriva in end zone, 88 yards e TD; quinta segnatura da 6 in ritorno per Grant, si tratta di un record di franchigia per i Dolphins. Ancora Rams in attacco, dunque, ancora titoloni per Miami: il protagonista stavolta è Eric Rowe, anche lui intercetta un Goff che non pare sapere davvero quali pesci pigliare.

Per i Dolphins arrivano due terribili drop pass di Preston Williams ad uccidere il drive, per fortuna però poi la difesa rimedia, grazie a un Kyle Van Noy che fa partire i suoi dalla end zone a seguito di uno strip-sack. Basta un solo play da così vicino a Myles Gaskin per dare ai Dolphins 21 punti di vantaggio. Alla fine del primo tempo, saranno solo 18 perché i Rams vanno poi a punti con un FG di Kai Forbath.

Conservare e gestire

Tua e l’attacco di Miami sulla sideline. Foto: Palm Beach Post

Nel terzo quarto non succede granché. Anzi, diciamo proprio che non accade nulla. Ogni attacco portato dalle squadre si conclude con un calcio libero. Uniche azioni degne di nota sono un ottimo gioco difensivo di Elandon Roberts, che mette in stallo un attacco di Los Angeles leggermente migliore nella ripresa e un grande sack da dominatore puro per Aaron Donald. In casa Dolphins segnaliamo poi la versatilità di Malcolm Perry, rookie da Navy che giocava come QB nella squadra dell’accademia della Marina ma viene utilizzato come vero e proprio coltellino svizzero da Gailey: QB (ai suoi danni il sack di Donald), WR e all’occorrenza RB.

Nell’ultimo periodo i Rams tentano una sorta di assedio, poiché Miami gioca solo ed esclusivamente con il cronometro: Tua fa pochissimo e ci si basa su corse brevi e passaggi corti, spesso per i TE Durham Smythe e Mike Gesicki. Dall’altra parte si vuole cavalcare la rassegnazione avversaria e McVay prova a tirare fuori qualche coniglio dal suo cilindro. Un buon drive va a punti, grazie al TD di Woods dopo un’azione ben messa assieme da Goff, utilizzando anche il ricevitore matricola Van Jefferson, ma il divario è troppo ampio. La precisione di Jared Goff dell’ultimo quarto avrebbe potuto dare ben altre sensazioni ai tifosi di Los Angeles ma il risultato di questa partita si deve soprattutto alla sua pochezza e alla grande prova difensiva dei Dolphins. Sarà 28 a 17 al termine. Un vantaggio, naturalmente, di 11 punti. Probabilmente è stata più la prestazione dei padroni di casa che quella degli ospiti ad influire; come sempre accade però, la chiara vittoria si deve al mismatch tra le due formazioni (difesa di Miami e attacco di LA), una ha giocato molto bene mentre l’altra molto male.

Nel disinteresse generale i Fins sono 4-3 e hanno vinto le ultime 3 consecutive. Flores non è uno da adagiarsi sugli allori, soprattutto perché domenica a Glendale ci aspettano i temibili Cardinals. Noi tifosi però possiamo farlo, almeno per un paio di giorni, consci del fatto che questa franchigia è già enormemente migliore rispetto all’anno scorso.

Il calendario dice week 9 @Cardinals, week 10 contro i Chargers, week 11 @Broncos, week 12 @Jets, week 13 contro i Bengals e week 14 contro i Chiefs. Ora, Kansas City ci è nettamente superiore ma, guardando gli altri avversari e ripensando alla prestazione difensiva di ieri è lecito domandare a chi mi legge con tanta pazienza e attenzione: di chi abbiamo paura? Io vedo solo sfide alla nostra portata fino alla settimana 13.

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