La partita di ieri sera, giocatasi alle 18 ore italiane (per il fatto che gli Stati Uniti non sono ancora passati passati all’ora solare) tra Saints e Panthers è stato il festival degli azzardi, delle assenze, e di chi cerca di sopravvivere in una division che quest’anno sembra quasi dominata dai Tampa Bay Buccaneers. I Saints in realtà hanno una partita in meno, ed è per questo che al momento, nella classifica di division hanno un record leggermente peggiore dei Bucs.
Tra l’altro, a fine secondo tempo, Matt Rhule vuole dimostrare che a lui il risultato interessa, e infatti a pochi secondi dal fischio dell’intervallo, prova un field goal da 65 yard: Joey Slye è arrivato a pochissimo da fare un piccolo miracolo sportivo. «Avevo la gamba, e anche l’aver calciato potente e preciso, ma non è entrata», ha dichiarato a fine partita. Ma per l’ennesima volta, i Panthers accusano il colpo, e l’organizzazione più da squadra dei Saints ha prevalso su dei Panthers che giocano davvero bene, ma che sono in piena ricostruzione.
Saints: un revival del passing game
Emmanuel Sanders, il secondo ricevitore più fidato di Drew Brees è stato lasciato a casa, al sicuro delle sue mura, per evitare che la sua positività al Covid-19 potesse essere un pericolo.
Persino Michael Thomas, che in questa prima metà di stagione proprio non si è visto se non con la prima partita vinta contro Tampa Bay, è rimasto a casa: prima un infortunio al polpaccio, poi un diverbio con un compagno di squadra, infine nuovamente il polpaccio che duole nuovamente e gli farà saltare di sicuro la sfida contro Chicago, in trasferta.
Detto questo, i Saints hanno dovuto cambiare un po’ la strategia dei passaggi: Brees riesce a passare ben 29 volte (più 1 quella di Taysom Hill), a Callaway, Tre’quan Smith, Deonte Harris, e specialmente a Jared Cook. Era da un po’ che il passing game nei confronti dei Tight End era arido, e finalmente, il primo TD lanciato da Brees è stato nei confronti di Jared Cook. I Saints si sono ritrovati quindi con un attacco decisamente pronto, ma che ha avuto in Alvin Kamara la sua chiave di volta: non ha segnato dei TD, vero, ma il suo lavoro l’ha fatto.
Per il resto, una partita ordinata, che addirittura, nel primo slot televisivo, è finita con quasi 1o minuti di anticipo rispetto alle altre partite.
Panthers: ci prova, insegue, perde (quasi immeritatamente)
Anche i Carolina Panthers possono lamentare un sacco di infortuni: primo fra tutti, quello di Christian McCaffrey. L’assenza del RB di Carolina è davvero pesante, tanto che nelle due ultime partite, sono arrivate due sconfitte. Parallelamente all’assenza di Thomas nell’attacco dei Saints, anche CMC ha portato un po’ giù le quotazioni dei Panthers.
Per il resto però, la partita della squadra comandata da Matt Rhule, è stata tanto ordinata, quanto produttiva: gli ordini dell’offensive coordinator, ex passing game coordinator di LSU Joe Brady, sono stati ricevuti bene (Joe Brady è stato anche ex passing game coordinator dei Saint), e infatti il lancio più lungo di Bridgewater è stato un lodevole 74 yard per DJ Moore
Ci sentiamo di non dare una bocciatura ai Panthers, che soffrono il fatto che questi Saints si stanno riprendendo, specialmente con le assenze difficili in attacco. Ci sentiamo invece di rimandare ad una sfida più probante, come quella della week 9 contro i Bucs, in casa dei Bucs. Se dovessero vincere di nuovo la doppia sfida contro un Brady ringiovanito di 10 anni, allora i Saints hanno un posto sicuro ai playoff, anche se fosse per la wild card.