Siamo entrati nel vivo della preparazione. Restano soltanto due settimane al kickoff che il 10 settembre, finalmente, aprirà la nuova stagione NFL. Come tutte le altre franchigie, anche i Miami Dolphins si stanno preparando al meglio per il loro primo impegno – che sarà fuori casa, domenica 13 settembre contro una delle squadre che ha fatto maggiormente parlare di sé questa estate: i New England Patriots orfani di Tom Brady. Vediamo assieme le mosse principali della squadra della Florida del Sud di questi giorni di camp.
Benvenuti e arrivederci
Chiariamoci subito: i Dolphins non sono ancora pronti alla nuova stagione. Sono però molto più vicini alla season form di quanto non lo fossero una settimana fa. Data l’assenza della preseason, quest’anno buona parte del mese di settembre sarà dedicato allo sviluppo dell’affiatamento e al raggiungimento di una condizione ottimale.
Alcune mosse al camp che hanno stupito, se così vogliam scrivere, sono legate al roster. Nessuno avrà storto troppo la bocca di fronte alla decisione – giunta ieri ufficialmente ma nell’aria da qualche giorno – di lasciare andare il RB Kalen Ballage, il quale l’anno scorso ha deluso moltissimo e avrebbe trovato poco spazio dopo gli ingaggi di Matt Breida, Jordan Howard e dell’ultimo arrivato, anch’esso da San Francisco, Salvon Ahmed. Ballage ora si unirà ai New York Jets e cercherà di guadagnarsi un posto in squadra. Molti invece sono rimasti colpiti dalla decisione di privarsi di Curtis Weaver.
Il pass rusher da Boise State fu selezionato al quinto giro del draft virtuale di aprile e dopo soltanto quattro allenamenti in armatura è stato rilasciato tramite waiver. Come sappiamo, quando si mette un giocatore in tale condizione è possibile riscattarlo qualora nessun’altra franchigia lo faccia. I Cleveland Browns, però, si sono mossi e dunque il difensore si trova ora in Ohio. Come mai Weaver è stato rilasciato così presto? Il motivo sarebbe dovuto ad un brutto infortunio al piede che ha seriamente minato le possibilità del giovane di scendere in campo questa stagione e allora Miami, piuttosto che tenerlo per dei mesi in PUP list ha scelto di metterlo fuori squadra. Vedremo se Weaver ci farà rimpiangere questa decisione.
Ad inizio settimana si è (ri)aggiunto ai Dolphins il LB Trent Harris, che era stato rilasciato nel mese di luglio.
Tanta voglia di mettersi in mostra
Per quanto riguarda invece le performance in allenamento della squadra, ci sono delle buone notizie da riportare. La difesa appare davvero carica, tanto che nella giornata di martedì, quando si sono effettuati svariati scrimmage, ha mostrato a più riprese blitz di successo, mettendo a verbale passaggi bloccati, deflessi e intercetti. L’attacco ha faticato per stare al passo ma è comunque riuscito a mettere l’altro reparto alle corde nell’allenamento sulle conversioni da 2 punti in red zone, con DeVante Parker e Preston Williams che si sono messi in mostra. Il WR1 ha promesso che quest’anno mostrerà a tutti quanto vale, aprendo una sorta di contest sui social per il soprannome della coppia di compagni composta da lui e Williams, dimostrando di avere un certo affiatamento con il secondo ricevitore. Il ragazzo da Colorado, invece, ha affermato che ora il gioco è un pò rallentato per lui e, dunque, riesce a seguire con maggior attenzione l’azione di gioco.
Si sono messi in risalto Shaq Lawson ed Emmanuel Ogbah, i due linemen difensivi acquisiti dai Fins in free agency. Entrambi hanno messo a segno sack consecutivi nelle ultime sessioni. Buone anche le prestazioni di Andrew Van Ginkel, il LB selezionato da Miami al draft 2019, il quale ha bloccato più passaggi, registrando anche un intercetto a danni dell’atteso QB rookie Tua Tagovailoa.
A Proposito di QB: Tua al momento è il QB3, poichè Ryan Fitzpatrick è ancora, indubbiamente, il titolare: sicuro nell’huddle, esperto e rapido a leggere le tracce dei suoi ricevitori, capace anche, come ben ricordiamo, di guadagnarsi il primo down da solo qualora serva. Anche Josh Rosen sta inanellando buone sessioni. Quel Rosen di cui molti si sono dimenticati a causa della spasmodica – e probabilmente esagerata – attesa per Tagovailoa, visto da una buona fetta della fanbase come una sorta di Messia inviato per far rivivere a questa franchigia i fasti degli anni ’70. Il QB con il numero 1, però, non ha ancora giocato neppure uno snap nella NFL, dunque stiamo molto attenti a paragonarlo già a Dan Marino o Bob Griese, se non vogliamo macchiarci del peccato di lesa maestà.
Il QB ex Arizona Cardinals, al momento, è il numero 2 nella depth chart di Brian Flores. Ha infatti mostrato sicurezza e acume, rispolverando in qualche occasione anche quel braccione che ne fece una star all’Università della California di Los Angeles. Mentalmente Rosen si è dimostrato davvero positivo, esternando ai media quanto ami la competizione, la sfida e come abbia molto da imparare. Ha affermato che si sta divertendo molto e di essere entusiasta di poter imparare l’arte da un veterano di 16 anni come Fitzpatrick e un coordinatore quasi settantenne come Chan Gailey. Non molti QB nella sua stessa situazione – situati tra l’incudine di un veterano affidabile e il martello di una matricola talentuosa – avrebbero parlato alla stessa maniera.
Molto cambierà nella seconda metà del training camp che ci porterà a settembre e questo articolo ha senso soltanto relativamente ad oggi. Sapremo essere più precisi man mano che ci avvicineremo all’inizio effettivo della stagione, quella con le partite di football che non vediamo più dallo scorso febbraio.