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Aspettando il Super Bowl: quel che c’è da sapere sulla partita delle partite
E’ tutto pronto, o quasi, per il Super Bowl a Miami. Come prepararci al meglio tra curiosità ed iniziative collaterali e parallele.
Dopo quattro mesi, dopo un’intera stagione autunnale di regular season, dopo che sono state giocate ben 266 partite, la NFL si appresta a mandare in scena la sfida delle sfide, l’atto conclusivo della sua storica stagione numero 100: il Super Bowl. Il re degli show sportivi, uno spettacolo di dimensioni gigantesche, una serata con la quale può competere – per numero di spettatori – soltanto la finale dei campionati mondiali di calcio, si terrà il 2 febbraio a Miami.
Sul campo i Kansas City Chiefs dell’elettrico Patrick Mahomes fronteggeranno una delle squadre più tifate al mondo, quei San Francisco 49ers che negli anni ’80 hanno fatto innamorare una generazione di questo sport grazie ai loro due assi: Joe Montana e Steve Young. In questi giorni si trovano articoli e trafiletti che presentano il match dovunque, dal quotidiano generico alla testata sportiva che si ricorda del football americano solo alla fine di gennaio, dal momento che in tutte le altre uscite preferisce descriverci per filo e per segno la vita di Cristiano Ronaldo; in queste righe tenteremo di guardare attorno all’evento, dietro al Bowl più che dentro ad esso, per tentare di capire cosa rappresenti la partita delle partite per la comunità che lo ospita.
Welcome to Miami
La storia la scrive chi vince, com’è noto, per cui non vi sarà gloria per la squadra che uscirà sconfitta nella serata del 2 febbraio, quando in Italia saranno le 4 del mattino di lunedì 3. Per entrare nella storia del football bisogna vincere il Super Bowl, altrimenti si rimane al freddo fuori dalla porta, indipendentemente da quanto si è vinto in stagione. Chiedere ai Patriots del 2007, squadra pazzesca, secondo molti la migliore nella storia della NFL, che dominò la regular season strapazzando avversari e si presentò al Super Bowl con uno score assurdo di 16 vittorie e 0 sconfitte. Di fronte si trovò i New York Giants del fresco ritirato Eli Manning, per una partita che doveva essere poco più di una formalità, però la perse. Non molti ora si ricordano di quei Pats, mentre ogni tifoso di football e suo fratello si ricordano dei Dolphins del ’72, che il Super Bowl lo vinsero al termine di una stagione perfetta. Chi invece domenica solleverà al cielo il Trofeo Lombardi potrà farlo in una delle principali città americane, agghindata a festa in vista della finalissima.
Il calendario di eventi satellite della partita è ricchissimo, com’è tradizione per la NFL, una lega non certo nota per la sobrietà dei suoi appuntamenti. Giovedì 30 South Beach sarà caldissima quando Saquon Barkley e il rapper Snoop Dogg premieranno il rookie dell’anno (dunque stai pronto, Nick Bosa). Simultaneamente, a Bal Harbour si respirerà un atmosfera abbastanza diversa per il VIP Party condotto dall’attore Tommy Lee Jones insieme alla superstar argentina di polo Nacho Figueras e a due celebrità di casa a Miami: la celebre cantante Gloria Estefan e suo marito Emilio. Venerdì 31 si preannuncia come un’altra giornata dove non sarà troppo difficile sconfiggere la noia: la città sarà un palcoscenico di concerti e dj set, tra cui naturalmente spicca la Shaq’s Fun House, il weekend party ideato e guidato dall’iconico Shaquille O’Neal, amatissimo trascinatore di quei Miami Heat che nel 2006 si presero l’anello NBA, il quale questa volta non schiaccerà a canestro, bensì sui tasti di una console da discoteca.
Sabato 1 la febbre da Super Bowl sarà già molto alta e allora tenterà di stemperarla, alla sua maniera, l’ex TE di New England, Rob Gronkowski, grande giocatore e grandissimo festaiolo, il quale porterà a North Beach Bandshell, praticamente proprio sulla Collins, il suo festival eponimo “Gronk Beach”. Ci saranno i suoi musicisti preferiti, una lunga serie di iniziative sportive semiserie e un elevato numero di ragazze in bikini. La parola d’ordine dell’evento è open bar, e questo non stupirà certo chi conosce bene Gronk; il quale comunque è sempre stato esemplare nel mantenere i suoi eccessi al di fuori del campo da gioco, nel corso della sua invidiabile carriera. Anche la nota rivista Sports Illustrated darà un party sabato, a completare un calendario straricco di iniziative che non cito solo per non annoiare chi legge.
Domenica 2, naturalmente, sarà lo sport ad essere protagonista, com’è giusto e naturale che sia, e si terranno tutti gli appuntamenti annualmente organizzati dalla NFL, dal Super Bowl Experience al Celebrity Bowl. Ciò non vuol dire che non sia stato organizzato un tailgate party di livello in città, presso la Standard Spa, aperto a tutti, tifosi e curiosi. In fin dei conti qui la vita è una spiaggia e la spiaggia è una festa, benvenuti a Miami.
Accanto a queste iniziative mondane e per certi versi frivole, le quali comunque rappresentano il cuore pulsante e uno dei principali motori economici della comunità di Miami, trova spazio anche un impegno ben più serio, come quello della difesa delle barriere coralline: si terrà infatti un fundraising che coinvolgerà alcuni giocatori ed ex della NFL come Larry Fitzgerald, Jarvis Landry e Mark Sanchez.
SB LIV: le cose da sapere
In vista del prossimo Sb, il quale sarà il numero 54 della Storia, come ricordato dal consueto numero seriale indicato secondo la numerazione romana (le alte sfere della NFL sono molto affascinate dall’Antica Roma, tanto che sognano di giocare un giorno una partita di football all’interno del Colosseo), ci sono alcune curiosità, alcune cose da sapere in merito ad esso.
Sono 50 anni precisi che Kansas City non gioca una finale, dal 1970, quando affrontò i Minnesota Vikings e vinse il suo primo – e unico, ad ora – Trofeo Lombardi. Qualora dovessero vincere i Niners, raggiungerebbero New England e Pittsburgh nell’Olimpo dei campioni, diventando la terza squadra con 6 anelli. Nessuna franchigia ne ha vinti di più. Sarà la sesta volta che un Super Bowl si terrà all’Hard Rock Stadium di Miami, tale palcoscenico però ha avuto ogni volta un nome diverso nelle precedenti edizioni. L’area di Miami e la Florida del Sud sono state sedi di 11 Super Bowl nel corso della storia, nessuna zona ne ha ospitati di più, sebbene New Orleans sia molto vicina, essendo stata teatro di 10 finali.
Rispetto alla partita a scacchi dell’anno scorso, questo Super Bowl promette, almeno sulla carta, di essere ben più frizzante. La difesa di San Francisco è stata tra le migliori in stagione e l’attacco di Kansas City non ha neppure bisogno di essere raccontato; il QB Patrick Mahomes è una sorta di highlight reel umano e accanto a lui ci sono giocatori come Travis Kelce e Tyreek Hill, oltre ad uno dei più interessanti giovani attaccanti della lega, a mio avviso: il numero 17, Mecole Hardman. Al braccio di Mahomes potrebbero rispondere le gambe della rivelazione Raheem Mostert, fresco di una performance da 220 rushing yards e 4 TD contro Green Bay nella finale di NFC. Le sue statistiche in quella partita hanno praticamente polverizzato ogni record di posizione in postseason. Qualora KC dovesse riuscire a limitare le corse avversarie, la partita potrebbe diventare presto un incubo per San Fran, dal momento che il QB californiano Jimmy Garoppolo ha dimostrato di essere facile vittima dei turnover quando costretto a lanciare molto frequentemente. Jimmy G ha già due anelli al dito ma entrambi sono frutto delle sue stagioni come riserva di Tom Brady ai Patriots.
Sia i Chiefs sia i 49ers hanno potuto beneficiare del bye al primo turno dei playoff; per il settimo anno consecutivo saranno due squadre provenienti dal top-two seed della Conference di appartenenza ad affrontarsi nel Big Game. Curiosamente, Kansas City giocherà l’atto culminante della centesima stagione come già aveva preso parte al primo Super Bowl della storia, risalente al 1967. In tale occasione, KC perse contro Green Bay. Per strano che possa apparire, le previsioni del tempo hanno parlato di tempo brutto e possibili acquazzoni su Miami Gardens, nel pomeriggio di domenica 2. Il tifo neutrale pare essere schierato con i Chiefs: vuoi per Mahomes, vuoi per Andy Reid, ottimo capo allenatore, tra i migliori della lega soprattutto per quanto concerne la fase offensiva. Reid non ha ancora alcun anello da poter sfoggiare al dito. Anche Kyle Shanahan, head coach dei 49ers è però un grande playcaller, capace di far collaborare ottimamente i suoi giocatori e assemblare squadre che vincono in trincea, con il coltello tra i denti e spirito operaio. In base a quale tipo di gioco si apprezzi di più, il classico di Shanahan o quello rapido e moderno di Reid, non sarà difficile scegliere per chi tifare, qualora la franchigia supportata sia una delle 30 che il SB lo guarderanno dal divano.
Prima di chiudere non si può non parlare dei prezzi del biglietto. Secondo il sito SeatGeek, solitamente piuttosto attendibile, il prezzo medio di un ticket si aggira sui 9600 dollari. Nel momento in cui scrivo il prezzo più basso è attorno ai 5700 dollari per biglietto mentre il più alto si aggira, notiamo bene, sui 70100 dollari. Anche quest’anno, dunque, si conferma il trend dell’aumento del costo per i biglietti della finalissima, iniziato ormai da qualche edizione. Ciononostante, è possibile che il costo unitario si abbassi, man mano che ci si avvicina alla data.
Nonostante i prezzi siano non esattamente popolari, i ticket stanno andando a ruba. Incurante della spesa, la gente sembra davvero non voler mancare alla partita o, chissà, forse all’halftime show. In fin dei conti, si tratta del Super Bowl.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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