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Packers 20, 49ers 37: Blue and True Blood
In una finale di conference nobile e attessissima, i 49ers schiantano i Packers e staccano il biglietto per Miami.
“Ultima chiamata per il volo numero 54 con destinazione Miami: i passeggeri provenienti da San Francisco e Green Bay sono pregati di presentarsi al gate per l’imbarco…”: abbiamo immaginato una metaforica chiamata aeroportuale che ci introduca alla finale di conference della NFC; una manciata di minuti prima di questo immaginario richiamo, i Chiefs hanno avuto ragione dei Titans e hanno staccato il primo dei due biglietti disponibili per il volo che porta a Miami, destinazione Superbowl. Ora rimane da definire chi siederà in aereo vicino alla banda Mahomes e, quindi, chi staccherà il secondo e ultimo ticket disponibile oppure, se preferite rimanere sul concreto e non vi piacciono le metafore, Kansas City rappresenterà la AFC a Miami e ora bisogna scoprire chi rappresenterà la NFC: a contendersi questo ruolo e questo biglietto, ci sono due squadre che daranno vita ad uno scontro che, forse, mai era stato così rappresentativo del passato e del presente di questa conference. Al “Levi’s Stadium” di Santa Clara entrano in campo ben 9 Vincent Lombardi trophies, (5 per i 49ers e 4 per i Packers), nella sfida più nobile che la NFC possa proporre, ma queste due compagini non sono unite soltanto dall’essere così titolate, bensì anche dal fatto che è un pò di tempo che mancano dal grande ballo: l’ultima partecipazione dei padroni di casa ad un Superbowl risale infatti al 2013 e, per ricercare una loro vittoria del titolo, bisogna addirittura andare indietro con la clessidra del tempo fino al 1995, mentre gli ospiti mancano all’appello dal 2011, data nella quale Rodgers e compagni hanno fatto registrare il loro ultimo trionfo, (peraltro l’unico in carriera per Rodgers). Proprio Aaron Rodgers è uno dei protagonisti della sfida e cerca di tornare a giocarsi un Superbowl dopo qualche anno di amnesia, i quali hanno fatto calare molti dubbi su quanto l’esperto quarterback possa essere decisivo in fase di post season. L’altro protagonista è il “paisà” Jimmy Garoppolo: italiano d’origine, giunto nella piena maturità professionistica dopo essere cresciuto all’ombra, (perfino troppo ingombrante), di Tom Brady e pronto a diventare il nuovo Joe Montana, lo storico quarterback che ha portato quasi tutti i trofei che San Francisco può esporre in bacheca e che ha una storia non troppo dissimile da quella del giovane Jimmy. Ma se pensate che questa sia una sfida tutta in salsa amarcord e fatta solo di passato vi sbagliate di grosso, in quanto questo incontro rappresenta al meglio anche il momento contingente della NFC: si stanno per scontrare infatti le formazioni che hanno ottenuto rispettivamente il primo e il secondo posto nella classifica della conference e che hanno, per adesso, un rendimento assolutamente in fotocopia, fatto di 14 vittorie e 3 sconfitte nelle 17 partite finora disputate. Ecco perché questa sfida è così tanto attesa: il passato si mescola al presente, creando una ricetta che forse guarda anche al futuro, (soprattutto se a vincere fosse San Francisco). Il clima californiano è, come al solito, molto clemente, regalandoci una giornata soleggiata e poco ventosa, nonostante ci troviamo a gennaio inoltrato e quindi, senza ulteriori indugi, andiamo a vedere chi ha ottenuto il diritto di giocarsi il Vincent Lombardi.
Primo Tempo: Old Perfect Style
Essendo questo un incontro che omaggia molto il passato, (come abbiamo avuto modo di vedere anche in epigrafe), il primo tempo si gioca con un forte richiamo allo stile antico del football, fatto prevalentemente di corse e intensità difensiva e qui comincia a salire in cattedra l’uomo copertina dell’incontro, ma egli non è né Garoppolo né Rodgers, bensì il running back dei 49ers, Raheem Mostert: è lui a sbloccare il risultato, nella seconda metà del primo quarto, con una magistrale corsa mancina di 36 yards, che fa già capire quale sarà l’andazzo di questa finale di conference, PAT perfetto del kicker Robbie Gould e 7-0 per San Francisco. La banda Rodgers non riesce a rispondere per le rime e anzi regala il possesso palla agli avversari, possesso con il quale, a cavallo tra il primo e il secondo quarto, San Francisco colleziona altri 3 punti, grazie all’altro grande protagonista di giornata, il kicker Robbie Gould, il quale, non solo non sbaglierà assolutamente nulla in questa partita, ma soprattutto metterà a segno dei field goal davvero importanti, di cui quello per il momentaneo 10-0 è una vera e propria perla, in quanto realizzato da una distanza di ben 54 yards. i 49ers sono assolutamente i padroni fisici ed emotivi dell’incontro e, prima della fine del primo tempo, costruiscono un distacco davvero impervio da sormontare per i loro avversari: dopo il terzo punt di giornata per l’attacco dei Packers, la banda Garoppolo torna in possesso di palla e confeziona subito un altro touchdown di corsa con Mostert, che corre, sul lato sinistro, in end zone dalla linea delle 9 yards avversarie dopo aver letteralmente imperversato per tutto il drive offensivo in questione, PAT preciso di Gould e 17-0 per San Francisco. Se pensate che la partita non potrebbe andare peggio per la banda Rodgers, vi sbagliate alla grande perché l’attacco, dapprima semplicemente statico, diventa anche pasticcione, perdendo la palla in ben due occasioni consecutive: la prima è molto clamorosa in quanto, dopo essere arrivati sulla linea delle 25 yards nemiche, in quello che si poteva considerare il drive offensivo più promettente giocato da Green Bay fino a quel momento, i Packers sbagliano addirittura lo snap, non passando la palla a Rodgers e facendola finire sul terreno di gioco, dove la recupera più velocemente degli altri il defensive end DeForest Buckner, che regala un possesso pesantissimo ai suoi compagni e, soprattutto, evita i primi punti sul tabellone avversario, che sembravano ormai scontati. San Francisco approfitta di questo regalo solo in parte, poiché stavolta le corse di Mostert valgono solo un’ottima posizione per un field goal dalle 27 yards che Gould puntualmente realizza, portando il punteggio sul 20-0. La seconda è se vogliamo meno clamorosa, ma molto più dolorosa in termini psicologici e di score totale: giunto appena sulla linea delle proprie 22 yards, Rodgers si fa intercettare e regala, oltretutto in pieno two minutes warning, un possesso di palla davvero sanguinoso agli avversari, i quali non se lo fanno dire due volte e si prendono altri 7 punti, dapprima 6 con un altra grande corsa centrale da 18 yards del solito Mostert e poi un altro con il PAT di Gould che fissa il punteggio all’halftime sul 27-0 per i padroni di casa che, dopo aver respinto l’ultimo disperato assalto del primo tempo di Rodgers, se ne tornano negli spogliatoi con la convinzione che ormai quel biglietto per Miami sia solo da vidimare.
Secondo Tempo: Too Little, Too Late, Aarons
Dopo un primo tempo a senso unico si torna in campo e Green Bay vuole dimostrare di non essersi arresa ad una prima metà di gara che neanche il più pessimista avrebbe potuto immaginare: lo si capisce immediatamente in quanto, al primo possesso della ripresa, i Packers riescono finalmente a sbloccarsi grazie ad un touchdown confezionato da Rodgers che, con un passaggio corto verso sinistra da 9 yards, pesca l’altro Aaron, Aaron Jones, il running back, che si improvvisa wide receiver e permette ai suoi compagni di crederci ancora, grazie anche al PAT del kicker Mason Crosby, per il 7-27 con cui le teste di formaggio del Wisconsin provano a sperare in qualcosa. San Francisco sa bene però che non bisogna permettere a Rodgers e compagni di riprendere in mano il filo emotivo della contesa e difatti ristabilisce subito le distanze: protagonista, (ma ormai cosa ve lo diciamo a fare?), è sempre Mostert che corre come una saetta e, giunto fino alle 22 yards avversarie, decide di scoccare la corsa decisiva verso la end zone dei Packers, scegliendo nuovamente di sfondare dal lato mancino del campo, PAT senza problemi per Gould e 7-34 per San Francisco. I Packers però non vogliono arrendersi e, a cavallo tra la fine del terzo e l’inizio dell’ultimo spicchio di partita, segnano ancora: ancora una volta il marcatore è Jones, che si rende protagonista di un tuffo nella end zone nemica da una sola yard di distanza, dopo che Rodgers era riuscito in un lancio dalle 43 yards avversarie che sembrava aver portato già al touchdown, poi trasformato in un primo e goal da una booth review arbitrale e dunque punteggio sul 13-34, punteggio che resta tale, in quanto Green Bay fallisce una conversione da 2 punti, probabilmente nemmeno così necessaria. I 49ers sembrano a questo punto accontentarsi di giocare un pò col cronometro, ma questa tattica porta ad un punt da cui arriva un altro touchdown da parte degli ospiti: lo segna il tight end Jace Sternberger, ricevendo un passaggio corto verso destra da 8 yards del solito Rodgers, stavolta i Packers vanno per il PAT e Crosby glielo realizza senza problemi, fissando il tabellone sul 20-34 in favore dei californiani. Questa segnatura serve però solo a far rendere conto alla banda Garoppolo che servono almeno tre possessi di vantaggio per dormire sonni definitivamente tranquilli e lo schema è sempre lo stesso: Mostert corre, Garoppolo interviene solo in caso di estrema necessità e, se non si arriva in end zone così, si arriva ad una distanza utile per tirare il field goal, dalla quale Gould non sbaglierà; succede esattamente questo, il field goal dalle 42 yards realizzato ancora da un perfetto Robbie Gould fissa il punteggio finale sul 20-37. Rodgers infatti deve recuperare troppi punti e il tempo a disposizione non gli può essere sufficiente: il numero 12 di Green Bay fa comunque in tempo a concedere un altro intercetto, con cui conclude mestamente la sua stagione, oltre ovviamente a quella dei Packers, che guardano sconsolati i loro rivali festeggiare ed iniziare a preparare i bagagli per Miami.
Blue Blood Red Superbowl
La finale di conference dal sangue blu si conclude con un discreto spargimento di quel sangue così nobile lungo il terreno di gioco: è il sangue dei Packers, sconfitti sonoramente da dei 49ers apparsi francamente di un’altra categoria, soprattutto nel primo tempo. I 49ers hanno giocato una partita vecchio stile, affidandosi quasi esclusivamente agli schemi di corsa, con un Raheem Mostert semplicemente mostruoso, autore di 220 yards percorse e 4 touchdown. L’altro grande protagonista per i californiani è senza ombra di dubbio il kicker Robbie Gould che, alla fine della fiera tra field goal e PAT, porta a casa la bellezza di 13 punti e, quindi, quasi 2 touchdown. Jimmy Garoppolo, quello che doveva essere il protagonista rosso della storia, fa a malapena atto di presenza con la miseria di 77 yards lanciate e nessun td pass, ma è pur vero che non ha nemmeno mai subito un sack. Decisamente diversa è stata invece la tattica dei Packers, che hanno provato a passare da Rodgers ma il risultato è stato catastrofico nel primo tempo e buono nella ripresa, ma ormai per Green Bay era troppo tardi, soprattutto a fronte di una difesa che mai e poi mai è riuscita a negoziare contro il perentorio Mostert. Numeri quindi opposti per l’attacco di Green Bay, con Rodgers che percorre 326 yards e fa registrare 2 td pass, ma anche 2 intercetti e 3 sacks e con il running back Aaron Jones che, invece, fa registrare solamente 56 yards, seppur corroborate da 2 touchdown. Grazie ai suoi schemi di corsa i 49ers continuano ad essere un boccone davvero indigesto per i Packers ed ora, sempre di corsa, San Francisco vola verso Miami e il Superbowl numero 54, dove stavolta il sangue sarà rosso: rosso come le divise dei loro avversari, i Chiefs, rosso come le divise dei 49ers che renderanno il grande ballo un affare “tra rossi” e, soprattutto, il rosso della passione delle due tifoserie e di tutti noi appassionati di football, che abbiamo già iniziato il conto alla rovescia per il duello tra i due principi Mahomes e Garoppolo, che ci dirà quale sarà il rosso più splendente a squarciare il cielo di Miami e la storia della NFL.
Autore: Andrea Bertini
Data di pubblicazione:
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