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Dolphins 27, Patriots 24: paura e delirio a Foxboro
In una partita che doveva essere scontata, Miami sorprende tutti vincendo a Foxboro e condannando i Patriots a giocare le Wild Cards.
Se cercaste su un vocabolario qualsiasi la definizione dell’aggettivo facile, vi trovereste davanti, con buona approssimazione, ad una cosa di questo tipo: “che non richiede alcuna dote o applicazione particolare” oppure “che si può facilmente ottenere o dominare”. Le cose facili sono forse l’essenza stessa a cui ogni essere umano ambisce e, in fondo, seguiamo lo sport proprio perché esso si configura come una distrazione e un divertimento che rende la vita, per l’appunto, un pò più facile. Proprio nello sport però, come nella vita, occorre anche diffidare delle cose facili, o meglio, delle cose che sembrano facili ma che poi si rivelano estremamente complicate, anche e soprattutto perché, chi le credeva semplici, ha deciso di sottovalutarle, scrivendo così il primo capitolo del manuale dell’autodistruzione. Un errore questo che non possono permettersi i New England Patriots padroni di casa che, forti del loro 12-3, sono ad un passo dalla conquista dei divisional diretti: tutto quello che devono fare è battere, nel loro Gillette Stadium, i Miami Dolphins, rivale storica che però, visto il suo 4-11, non sembra avere più alcuna motivazione particolare da dedicare a questo incontro e questo dato, più quelli naturalmente del valore dei due roster e del fattore campo, lasciano presagire che assisteremo ad un match a senso unico, dove i Patriots domineranno il lungo e il largo e i Dolphins staranno mestamente a guardare. Non c’è paragone infatti nei vari duelli nel duello che questa partita propone, soprattutto in quello tra Tom Brady,(appena inserito nella top 10 dei quarterback più forti di tutti i tempi, con le posizioni ancora da definire) e Ryan Fitzpatrick che, ad un certo punto della stagione, si è persino seduto in panchina per qualche match. Il meteo è clemente nel New England con un bel sole, una temperatura non rigida se si considera il periodo dell’anno e un vento praticamente assente. Tutto sembra apparecchiato per la festa dei patrioti e quindi andiamo a vedere se le cose sono andate effettivamente così.
Primo Tempo: Parità (e qualche dubbio)
Nel primo tempo il tanto decantato dominio della franchigia di casa non si vede proprio e anzi è l’equilibrio a farla da padrona, fatto questo che già dovrebbe far notizia, ma a fare ancora più notizia è la dinamica di questo primo tempo, che costringe gli stra favoriti padroni di casa ad un affannoso inseguimento: dopo un paio di drive offensivi, (uno a testa), dove gli attacchi sparano a salve, sono clamorosamente gli ospiti a portarsi in vantaggio con un field goal dalle 27 yards ben trasformato dal kicker Jason Sanders, per il 3-0 che chiude il primo quarto; nulla di preoccupante per New England, che ha recuperato divari ben più sostanziosi e con molto meno tempo a disposizione, il problema per la franchigia di casa è che, nel loro primo drive offensivo del secondo quarto, arriva un errore pesante come un macigno, commesso proprio da chi, invece, metteresti le mani sul fuoco che non commetterebbe mai sciocchezze del genere: Tom Brady infatti, giocandosi un secondo e dieci dalle proprie 31 yards, anziché scegliere un fattibile passaggio in profondità verso uno dei suoi wide receiver che si erano liberati, sceglie inspiegabilmente di servire lateralmente Julian Edelman che però, essendo marcato da una difesa che ha scelto di affrontare questo drive offensivo infoltendo molto le linee laterali, si fa intercettare dal safety di Miami Eric Rowe, il quale, giusto per rendere la situazione ancor più beffarda per i Patriots fino allo scorso anno militava proprio per la franchigia di Foxboro, si invola verso la end zone avversaria e firma il touchdown che, unito al PAT perfetto di Sanders, porta il punteggio sul 10-0 per i Dolphins. Serve una sveglia al più presto per i sonnacchiosi Patriots ed essa puntualmente arriva, dapprima con un field goal dalle 25 yards firmato Nick Folk e poi con il touchdown del pareggio: dopo aver completato uno splendido passaggio da ben 50 yards verso il suo wide receiver Phillip Dorsett II, Brady affida le ultime 4 yards che lo separano dalla end zone avversaria al suo running back Sony Michel, che non delude completando il percorso per la meta, PAT perfetto di Folk e parità sul punteggio di 10-10 con il quale si conclude la prima metà di gara. Chi si aspettava una vittoria facile di New England è rimasto deluso, ma la seconda frazione di partita sembra comunque far pensare che, vista la rimonta già avvenuta, non ci sarà gara.
Secondo Tempo: Trionfo Dolphins e Suicidio Patriots
Contrariamente a quanto asserito nella frase precedente, nel secondo tempo la partita c’è e c’è eccome: lo si capisce immediatamente poiché, al loro primo drive offensivo della ripresa, i Dolphins sorprendono tutti portandosi di nuovo in vantaggio, grazie ad un touchdown tutto in salsa Fitzpatrick, con il quarterback di Miami che dapprima dirige splendidamente l’attacco coi suoi lanci, portandolo sulla linea delle 2 yards nemiche e poi segnando lui stesso la meta, correndo il paio di yards mancanti, PAT preciso di Sanders e 17-10 Dolphins. Reazione rabbiosa e fulminea dei Pats che, durante il drive successivo, confezionano subito il pareggio: TB12, arrivato dalle 38 yards avversarie, pesca, con un passaggio corto verso destra, il suo linebacker Elandon Roberts il quale, una volta fatto suo il passaggio di Brady, si libera di un paio di marcature e corre dentro la end zone di Miami, PAT senza problemi per Folk e nuova parità, 17-17 e terzo quarto che va in archivio con un equilibrio assoluto che, probabilmente, nessuno si sarebbe aspettato a questo punto della partita. Se tutto ciò che è accaduto finora vi ha sorpreso, bé sappiate che non è nulla in confronto a quello che sta per succedere nell’ultimo spicchio di match. Si comincia con l’ennesimo vantaggio dei Dolphins, i quali si portano sul 20-17, grazie ad un field goal dalle 32 yards magistralmente calciato da Sanders ma, nonostante il nuovo ed ennesimo vantaggio, la panchina di Miami non accoglie troppo bene l’essersi accontentati di 3 punti, poiché è quasi come se sapesse che adesso Brady va su e porta in vantaggio New England ed effettivamente è questo quello che accade: su un terzo e goal, cominciato ovviamente all’interno delle ultime 10 yards, ma retrocesso fino alle ultime 13, Brady trova, con un altro passaggio corto verso destra, il suo running back James White, che si improvvisa wide receiver facendo suo il passaggio e poi si riscopre running back correndo verso la meta, altro bel PAT di Folk e punteggio che ora recita 17-24 in favore dei padroni di casa, che si trovano per la prima volta in vantaggio e che costringono gli ospiti, in quello che presumibilmente sarà l’ultimo attacco della loro partita, a segnare per forza un touchdown. A questo punto si pensa che non ci siano dubbi e che, come spesso e volentieri ha saputo fare, la difesa dei Pats terrà il risultato e New England potrà festeggiare e invece accade l’impensabile: con le ultime forze a disposizione, Fitzpatrick e compagni cominciano un drive offensivo davvero magistrale, che li porta a segnare il tanto insperato touchdown, (grazie ad un passaggio corto e centrale dello stesso Fitzpatrick verso il suo tight end Mike Gesicki), a realizzare il PAT del 27-24 grazie al solito Sanders, ma, soprattutto, a fermare il cronometro a 24 secondi dalla fine, troppo pochi anche per uno come Brady che, dopo aver provato 4 azioni disperate, alza bandiera bianca e si arrende alla quarta sconfitta stagionale. Silenzio e incredulità dagli spalti, imbarazzo e vergogna evidenti tra i giocatori in campo: a Foxboro si respira un clima quasi mai visto da quando regna la dinastia Brady-Belichick; per di più si diffonde la notizia che i Chiefs hanno fatto il loro lavoro, battendo in casa i Chargers e che dunque, per la prima volta a distanza di 9 anni, i Patriots saranno chiamati a giocare le wild cards, sensazione davvero diversa e sgradevole per i patrioti, che immaginavano ben altro pomeriggio e soprattutto ben altro esito.
I Guastafeste
“Non saremo i vincitori, ma possiamo sempre essere i guastafeste: la storia è piena di perdenti che non hanno mai vinto nulla ma che hanno rovinato i successi degli altri. Battere i Patriots non servirà a salvare la nostra stagione ma, di sicuro, guasterà la loro. Allora, che ne dite? Andiamo a rovinargli la festa?”. Ci piace immaginare che l’head coach dei Miami Dolphins, Brian Flores, che ha tra l’altro militato come allenatore dei New England Patriots nelle categorie più disparate, abbia usato più o meno queste parole, (mutuate in gran parte da una puntata di American Dad), per caricare i suoi a compiere un’impresa a cui forse non credeva nemmeno lui. Invece è successo e nessuno poteva prevederlo: i Dolphins hanno compiuto quella che ci sentiamo di definire come la sorpresa dell’anno in regular season, battendo i Pats a casa loro e costringendoli a doversi giocare una partita in più ai playoff. Flores è sembrato il primo artefice di questo insperato successo: aver lavorato tantissimi anni a stretto contatto con Belichick e avendo vissuto altrettante partite da quella parte della barricata, gli ha fatto capire e indovinare come i Patriots avrebbero preparato, interpretato e soprattutto giocato questo incontro, permettendogli di elaborare una strategia davvero perfetta e soprattutto beffarda per New England, che si è vista superare a pochi secondi dalla fine delle ostilità, quando, nella norma, sono proprio i patrioti a trovare il sorpasso decisivo. Naturalmente le ottime tattiche di Flores sarebbero state vane senza l’ottima prestazione della squadra ed in particolare di un Ryan Fitzpatrick che, con le sue statistiche straordinarie fatte di 320 yards 1 touchdown pass e anche 1 touchdown segnato, si prende la copertina dell’incontro e manda un chiaro messaggio a chi lo riteneva bollito; chissà che, nonostante le sole 5 vittorie su 16 partite, i Dolphins e Fitzpatrick decidano di darsi un’altra chance nell’anno che verrà. I Patriots, dal canto loro, possono invece pensare ai playoff, ma adesso la situazione si è complicata notevolmente: questa clamorosa e umiliante sconfitta costringerà la franchigia di Foxboro dapprima a una wild card da giocare in casa contro i Titans, (che la banda Brady giocherà sì da favorita, ma si tratta comunque di una partita scomoda) e poi, eventualmente, a divisional e conference da vivere lontani dal Gillette Stadium. Una situazione grottesca e kafkiana, imprevedibile alla vigilia di questa partita, partita che ha raccontato come l’attacco dei Pats non abbia nemmeno fatto poi malissimo (Brady infatti chiude con 221 yards percorse e 2 touchdown pass), ma anche con il madornale errore dell’intercetto a pesare come il piombo sull’esito del match. Ci sentiamo però di dire che la più grande delusione di serata per New England arriva dalla difesa, la quale è, statistiche alla mano, una delle più forti dell’intera lega, ma che invece, in questa contesa, è sembrata una goffa e disgraziata banda del buco: troppe le 389 yards concesse agli avversari, troppe le giocate, (molto simili tra loro peraltro), concesse con leggerezza a Miami e, cosa più importante, troppi i punti concessi, (con minima approssimazione si potrebbe affermare che la difesa dei Patriots ha concesso agli avversari un touchdown ogni quarto); certamente poi la dinamica del tabellone punti e della partita non è stata questa, ma poco importa, per la banda Brady-Belichick sconfitta imperdonabile, che fissa lo score definitivo sul 12-4 e che costringerà i campioni del mondo in carica ad una vera e propria serie di salti mortali per difendere il titolo e divenire l’unica squadra ad aver vinto 7 Vincent Lombardi Trophies. C’è chi dice che questa clamorosa debacle segni la fine della stagione e forse anche della dinastia, c’è chi dice che i Pats invece, come spesso accade, cambieranno marcia nel post season e questa era solo la sveglia che serviva. Per sapere chi ha ragione dobbiamo aspettare lo svolgimento dei playoff, che partiranno già dal prossimo week end, di sicuro sappiamo che se l’intenzione di New England è quella di difendere il trono, adesso la strada è tutta in salita.
Autore: Andrea Bertini
Data di pubblicazione:
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