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Thursday Night: giudicate voi

Quando prevalgono gli istinti, quando non ci sono più i freni inibitori, quando tutto può essere rovinato a pochi secondi dalla fine.


Per chi, in questo piccolo sasso che ruota intorno al sole, a velocità inenarrabili, ha avuto il privilegio di viaggiare in Australia, potrebbe essere andato a Melbourne.

Io personalmente, sono andato a Brisbane, nello stato del Queensland: l’Australia è un paese magnifico, con una flora e una fauna uniche. Avendo una amica li, che ho conosciuto ai tempi dell’università, portai alcuni regali, e noi italiani oltre che nell’arte, primeggiamo pure nel cibo. Quindi, caricai in valigia una punta di Parmigiano Reggiano, un vasetto di crema gianduja senza lecitina di soia, e un salame! Alla dogana dell’aeroporto di Brisbane mi hanno sequestrato il salame. Beati gli agenti che si saranno sparati un paninozzo di quelli ben farciti.

A chi invece sarà capitato di andare a Melbourne, una delle città più vivibili del mondo, potrebbe essere capitato di vedere (da dentro o da fuori), una pièce teatrale dal titolo “The Sublime”. Racconta la storia, interpretata da 4 attori, di 2 giocatori di football australiano che portano in ritiro due ragazze, e una di loro viene stuprata. Questo stupro viene incitato dallo spogliatoio, che ha le sue regole ancestrali, quasi tribali, dove le cose che accadono rimangono dentro lo spogliatoio, e chi sgarra, ne risponde nel codice penale dello spogliatoio.

E nel teatro anglosassone, lo sceneggiatore, riesce pure a darti lo schiaffo, facendo dire ad uno degli attori.

“Ma come!? Ci adorate per quello che facciamo, ci incitate ad avere la massima aggressività nei confronti dell’avversario. Quando scendiamo in campo abbiamo l’adrenalina al massimo dei livelli, e voi pensate che tutta questa foga possa essere svuotata come niente

No! Noi siamo una squadra, facciamo tutto insieme, e quando i nostri allenatori ci caricano, rimaniamo con l’adrenalina a mille per tutta la durata della partita, e anche oltre.

Insomma, il preambolo, di un avvenimento di sicuro grave e imperdonabile, mi è servito per inquadrare quello che ha fatto Myles Garrett.

DE, proveniente da Texas A&M, a pochissimi secondi dalla fine, che improvvisamente non ha alcun freno inibitorio. L’adrenalina è ai massimi, una persona normale, probabilmente, non avrebbe le capacità per tenere a bada l’aggressività che è montata per 59 minuti, e che improvvisamente è in preda ai suoi peggiori istinti.

Ha un obiettivo, che non è più quello di assicurare la vittoria dei Brown, ma la totale soppressione di Mason Rudolph. Rudolph, poi, pare abbia un po’ provocato Garrett, quando erano a terra. Ma davvero, non mi interessa.

Non voglio giustificare nessuno e non voglio giustificare nessuna azione, perché il Thursday Night Football di ieri sera, con la vittoria dei Browns, è passata ampiamente in secondo piano.

La pena che ognuno dei giocatori coinvolti subisce è totalmente condivisibile, perché certi atteggiamenti, in campo, sono inqualificabili, specie da parte di “professionisti”: persone pagate (talvolta strapagate) per tenere anche una condotta nei confronti di chi li guarda che viene richiesta come ‘esemplare’.

Di esemplare c’è solo stata la squalifica, a tempo indefinito, che il nostro Federico Aletti ha prontamente avuto modo di notificarvi.

Browns battono gli Steelers 21 a 7.

https://www.facebook.com/tdmag/posts/10157775275492560

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