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Chiamati a ripeterci: la preview di Indianapolis Colts – Miami Dolphins

A una settimana dalla prima vittoria stagionale, i Dolphins sono chiamati a ripetersi nel non facile stadio di Indianapolis, contro i lanciati Colts


Una doverosa premessa

Impossibile parlare degli Indianapolis Colts, gli avversari dei Miami Dolphins in week 10, senza parlare di Andrew Luck. L’ex QB, gran talento ritiratosi indiscutibilmente troppo presto dalla NFL (ha compiuto 30 anni a settembre), ha giocato per tutti i 7 anni in cui è stato professionista con i Colts, dopo esser stato da essi selezionato come primo assoluto nel corso del draft 2012, mettendo assieme interessanti statistiche, tra le quali spiccano i 171 TD e le oltre 23000 yards di passaggio lanciate, che gli sono valse 4 partecipazioni al Pro Bowl. Dopo essere stato per la sua intera carriera a Stanford un punto fermo dell’attacco, Luck era stato preferito dai Colts addirittura a sua maestà Peyton Manning, poiché secondo il front office di Indy si poteva vincere di più con il numero 12 a guidare la offense; motivo per il quale, prima dell’inizio della stagione 2012 appunto, lo sceriffo fu spedito a Denver e le chiavi dell’attacco furono consegnate al giovane Andrew. Da quel momento in poi però, una lunga serie di infortuni minò la carriera di Luck, fino all’atto finale, a una decina di giorni dall’inizio di questa stagione, quando il QB, in lacrime, annunciò al mondo che la sua storia nella NFL era terminata.

Archiviato il dramma sportivo, un sapiente allenatore come Frank Reich si affidò all’ex riserva di Tom Brady, Jacoby Brissett, causando probabilmente una lunga serie di malumori in Indiana, ma Brissett ha saputo guadagnarsi in breve tempo la stima e l’affezione di molti, giocando in maniera convincente ed efficace.

Uno stadio poco favorevole

Il Lucas Oil Stadium di Indianapolis sarà il tempio della sfida di domenica, un’arena ostica per Miami così come ostici sono i Colts, vincitori di 6 delle ultime 7 partite contro i Dolphins. Il Lucas Oil è uno stadio chiuso, dove i sostenitori locali amano farsi sentire ed infastidire il più possibile gli avversari nella loro fase d’attacco, per fortuna Miami schiera un QB esperto come Ryan Fitzpatrick, il quale vanta un’esperienza lunga tre lustri in questa lega, ed egli dovrebbe essere in grado di non farsi infastidire troppo dai rumorosi tifosi della squadra di casa.

Indianapolis presenta un roster competitivo ed interessante, ancorato in difesa alle possenti braccia di Justin Houston e Darius Leonard, rispettivamente DE e LB, e con un attacco capace, seppure falcidiato da infortuni in vista della gara contro i Dolphins. Brissett, ad esempio, non è al cento per cento, essendosi allenato poco in settimana a seguito del precoce abbandono del campo, durante l’ultima partita giocata, a causa di un infortunio; due ricevitori importanti come la matricola Parris Campbell e, soprattutto, il suo compagno di reparto T.Y. Hilton, sono già stati dichiarati out per il match di domenica. La offense dei Colts resta comunque di buon livello, potendo contare sull’affidabile TE Jack Doyle, sulla matricola Deon Cain, ex compagno di stanza universitario di Christian Wilkins – che si è detto motivatissimo dall’idea di poter affrontare un caro amico – e sul nono RB per yards guadagnate della lega, in questa stagione: il temibile Marlon Mack.

Riuscire a frenare Mack, a metterlo in difficoltà e forzare un Brissett non totalmente recuperato a lanciare quanto più frequentemente possibile è l’obiettivo principale della linea difensiva ospite domenica. I grossi di Miami hanno mostrato importanti passi avanti la settimana scorsa contro i Jets, dunque la fiducia sarà alta, ma la compagine guidata (probabilmente ancora per poco) da Adam Gase è una pessima squadra, demotivata e disorganizzata, mentre i Colts sono diretti da uno dei migliori capi allenatori della lega, chi non è d’accordo si riguardi cosa furono in grado di fare ad Indianapolis l’anno scorso, preservando un’immensità di cap salariale tra l’altro, e saranno supportati dal calore del loro pubblico.

Battere il ferro finché è caldo

I Dolphins non sono diventati una buona squadra in 7 giorni. Avevano il peggior roster della NFL la settimana scorsa, prima di affrontare i Jets, e lo hanno ancora, anzi, la situazione è probabilmente pure peggiorata dato che ora hanno perso il giocatore più importante di questa stagione, Preston Williams, che rivedremo solo la prossima stagione a causa di un infortunio al legamento crociato, e dovranno rinunciare per un mese anche al RB Mark Walton, squalificato per 4 settimane dalla lega a causa dei 3 arresti subiti lo scorso anno, quando era sotto contratto con i Cincinnati Bengals. Preso atto di ciò, però, va anche detto che una squadra così limitata e, forse, di livello più basso di quello che occorrerebbe per disputare la stagione NFL, sta crescendo in maniera esponenziale. Nelle ultime settimane abbiamo visto la franchigia performare ogni volta meglio di quanto aveva fatto sette giorni prima, abbiamo potuto finalmente vedere un gruppo di giocatori disciplinato, attento a commettere il minor numero di falli possibile (ricorderete quando Adam Gase diceva I don’t care about penalties, provate a sentire quest’anno cos’abbia da dire al riguardo Brian Flores), e ci siamo compiaciuti del livello di fisicità che i ragazzi mettevano in campo. Questi elementi non ti fanno andare lontano nella lega più competitiva del mondo, siamo naturalmente d’accordo sul fatto che per vincere ci voglia il talento, d’altra parte però, non c’è nessun giocatore che abbia mollato in arancione e verde acqua, perché chiunque non era disposto a sopportare uno o due anni di sacrifici è stato accompagnato alla porta in cambio di qualche pick con la quale porre le basi di un ciclo futuro, speriamo vincente e speriamo prossimo. Forse qualcuno ancora pensa che questa squadra scenda in campo per perdere, ma se lo fa si sbaglia.

I Dolphins dovrebbero recuperare il loro C titolare, nonché uno dei leader della squadra in termini di leadership, Daniel Kilgore, mentre Reshad Jones e Ken Webster saranno entrambi esclusi dalla sfida, minando inevitabilmente la coesione della difesa secondaria. Nessuno dei due ha infatti recuperato dall’infortunio. In dubbio, tra le fila di Miami, restano la guardia Evan Boehm, il DT Davon Godchaux e il DE Avery Moss.

Contando di ritrovare una squadra affiatata e fiduciosa, dopo l’importante successo della scorsa settimana, auguro una buona partita a chiunque seguirà la sfida di Indianapolis. Forza Dolphins.

 

 

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