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Una lotta di 60 minuti: la preview di Miami Dolphins – Los Angeles Chargers
Preview di Miami Dolphins – Los Angeles Chargers, tra le certezze dei californiani e la forte voglia di riscatto dei padroni di casa
Com’è comune in tutte le preview dei Miami Dolphins nel corso di questa poco entusiasmante stagione di rebuilding, anche nel caso odierno di questo pezzo sul match che domenica vedrà i Los Angeles Chargers cambiare costa e arrivare a Miami, i Fins sono i chiari underdog.
Un avversario davvero più abbordabile?
L’idea che si è diffusa nei corridoi dell’Hard Rock Stadium e che numerosi insider vicini ai Dolphins stanno proponendo da qualche giorno – lanciata probabilmente dal sempre molto ottimista podcast the Audible, tenuto da Kim Bokamper, ex difensore dei tempi dell’indimenticato e indimenticabile Don Shula, e John Congemi, giornalista sportivo che segue la squadra di football di Miami – è quella che i Chargers non sono un team ai livelli di Ravens, Patriots o Cowboys, i primi tre sfidanti dei Fins in questa stagione, che come sappiamo hanno ottenuto vittorie rotonde nei match contro di loro. Ciò dovrebbe bastare, a loro avviso, per stare più tranquilli ed aspettarsi, quantomeno, una partita più equilibrata.
In effetti questa squadra di LA non ha convinto nelle prime uscite, mancando un pò di quelle soluzioni che l’anno scorso l’avevano portata fino ai playoff della AFC, probabilmente anche a causa dell’holdout di Melvin Gordon, RB titolare, il quale aveva deciso di seguire l’assurdo esempio di Le’Veon Bell, che l’anno scorso rifiutò di onorare l’ultimo anno del suo contratto con Pittsburgh perché desiderava essere pagato di più; fortunatamente per il team e per noi appassionati di questo sport, Gordon ha ora deciso di riaggregarsi alla squadra.
Nonostante l’inizio di stagione non sia stato brillante, però, non dobbiamo dimenticarci quali siano le potenzialità dei Bolts (così soprannominati per via dei fulmini nel loro logo), una franchigia timonata dal sapiente Anthony Lynn, il quale non fu mai un giocatore inarrestabile- era RB – ma è diventato ora un allenatore capace e carismatico, e dal QB veterano Philip Rivers, che difficilmente sarà molto alto nella lista dei nostri giocatori preferiti, ma fa sempre il suo con tenacia e convinzione. Naturalmente, essendo Gordon appena rientrato in gruppo, difficilmente vedrà un grande volume di corse, ma la offense di Los Angeles può comunque contare sui servigi del veloce ricevitore Keenan Allen e del sempre pericoloso TE Antonio Gates, il quale nonostante l’età non più rosea per un giocatore di football, resta comunque un obiettivo sempre valido per Rivers. In assenza di Gordon, Austin Ekeler si è dimostrato grande runner e i Chargers hanno un viso noto nel ruolo di centro: l’ex titolare di Miami, Mike Pouncey, che fu allontanato dal front office di Mike Tannenbaum un paio d’anni fa perché spesso infortunato, motivo per il quale ora ci ritroviamo con Daniel Kilgore ed è tutto dire…
Accanto ad un buon attacco troviamo una miglior difesa, dal momento che per riuscire a vincere partite in questa lega non è certo sufficiente l’efficacia in un solo frangente di gioco, i cui due nomi più pericolosi sono, naturalmente, la coppia di dinamici DE Joey Bosa e Melvin Ingram, due che sulla carta potrebbero fare un picnic con la linea offensiva di Miami, coadiuvati da un nose tackle che fa meno notizia di loro, ma il quale resta a mio avviso tra i più concreti in circolazione: Brandon Mebane.
Siamo davvero sicuri di poter stare più tranquilli di fronte a questi nomi?
Voglia di riscatto
Quali sono le chiavi di Miami per contrastare tali avversari? I Dolphins dovranno necessariamente ostacolare e rallentare Bosa e Ingram, o al termine della sfida Josh Rosen si sentirà come se si fosse scontrato per tre ore con un bulldozer, sempre che riesca a reggere l’intera durata del match senza farsi male naturalmente, e per farlo mi aspetto che Brian Flores e il suo coordinatore offensivo Chad O’Shea usino spesso i due RB principali, Kenyan Drake e Kalen Ballage, come aiuto nei blocchi, oltre a chiamare spesso in causa il FB Chandler Cox. O’Shea ha detto in settimana che vuole dare più minutaggio a Patrick Laird, un altro dei ben 6 RB che Miami ha in roster, dunque potremmo vedere spesso in campo anche lui, che è fisicato e in grado di bloccare.
Altro aspetto fondamentale sarà la produzione da primo e secondo down, poiché come abbiam visto i Dolphins sono andati sempre in difficoltà sui terzi, molto spesso lunghi e prevedibili, con situazioni di lancio obbligato che hanno sempre messo in vantaggio le difese avversarie. Per riuscirci bisognerà essere precisi nel gioco breve, stile west coast come si suol dire, di passaggi che Flores e O’Shea hanno scelto per questo attacco. Naturalmente, alla precisione di Rosen occorrerà aggiungere l’efficacia dei ricevitori, che abbiamo visto droppare troppi passaggi nelle prime tre settimane; ovviamente parlo di voi Preston Williams e DeVante Parker.
Naturalmente il giocatore principale resta sempre il QB, e dunque la maggior responsabilità cade sulle spalle di Rosen. La settimana scorsa abbiamo visto un regista mobile, resistente e coraggioso, che mai si è fatto spaventare quando ha dovuto optare per dei lanci medi o lunghi e che addirittura insisteva per andare alla mano su ogni quarto down, sarà indispensabile che a scendere in campo sia lo stesso determinato numero 3, se si vuole avere qualche chance di raggiungere un risultato positivo domenica.
Miami, nonostante i suoi macroscopici limiti in ogni aspetto di gioco, ha dimostrato di poter migliorare, di domenica in domenica, e quel che ci aspettiamo in questa week 4 è un ulteriore passo avanti. Forza Dolphins.
Autore: Mattia Mezzetti
Data di pubblicazione:
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