Finalmente è tornato il football giocato. Quello della preseason naturalmente, quello delle partite che somigliano più a degli allenamenti condivisi che a veri e propri match NFL, ma dopo mesi di digiuno – l’ultima partita giocata fu il Superbowl ad inizio febbraio – ci si deve accontentare.
Il ritorno dei Dolphins
I Miami Dolphins hanno aperto in casa la loro preseason, sfidando gli Atlanta Falcons. Davanti al pubblico amico, la squadra ospitante è riuscita a regalare una vittoria al suo nuovo capo allenatore, Brian Flores, imponendosi per 34 a 17. In queste partite, però, il risultato finale è davvero poco rilevante ed è molto più utile andare ad esaminare la prestazione della squadra, nonché dei singoli giocatori che la compongono.
Una serata tra alti e bassi
Come in ogni prima partita di preseason, anche tra le file dei Dolphins si è notata della ruggine, dovuta verosimilmente al fatto che per un lungo periodo non si sia scesi veramente in campo.
E’ piuttosto difficile ottenere indicazioni solide dopo una sola partita estiva, ma ci sono comunque degli spunti interessanti da prendere in esame, dopo la sgambata di giovedì. L’attacco è apparso leggermente più rodato della difesa, anche se nessuno dei due reparti ha davvero stupito. In difesa si è messo in mostra Jerome Baker, giovane LB rapido e preciso nei contrasti, pronto a fermare le azioni avversarie, mentre ha a tratti deluso la secondaria, specialmente il reparto dei CB, dove era lecito aspettarsi di più dalla star della squadra, Xavien Howard, il quale non ha inciso.
L’attacco è riuscito a segnare 34 punti, ma va detto che molti sono arrivati nel secondo tempo, quando la difesa ospite era puntellata di riserve. L’approccio di Dan Quinn e dei suoi a questa partita è stato molto cauto: nessuno dei campioni che i Falcons hanno in attacco è stato neppure schierato. Offensivamente, per i padroni di casa, la scena è stata rubata da Preston Williams, WR matricola che Miami ha messo sotto contratto qualche giorno dopo il draft, durante il quale non era stato chiamato, e il giovane ricevitore ha messo in mostra ricezioni spettacolari, tra cui una molto bella ad una mano, e ha sistematticamente battuto il suo marcatore di turno. Sono state avvincenti le sfide per un posto da titolare nelle skill positions di QB e RB. Con la prima squadra sono partiti Ryan Fitzpatrick e Kenyan Drake, ma non è detto che saranno loro le prime scelte a settembre, poichè Kalen Ballage, attualmente riserva del numero 32, si è fatto notare molto. Fitzpatrick ha mostrato di essere un veterano di 14 stagioni, guidando senza fronzoli due drive consistenti, soprattutto il primo, che ha portato dei punti grazie ad un calcio tra i pali gialli; ma Josh Rosen, QB di riserva che aspira a diventare titolare, ha giocato molto a lungo, mostrando dei limiti, specialmente nei primi due quarti dove ha lanciato un brutto intercetto, ma migliorando a vista d’occhio man mano che si ambientava nella tasca. Nell’ultimo periodo si è visto anche il QB3, Jake Rudock, timoniere di un drive pulito. Da segnalare anche la buona prestazione di Myles Gaskin, RB matricola preso all’ultimo draft, autore di due segnature.
Brutte notizie giungono però dalla linea offensiva, che già si sapeva essere il punto debole della squadra, la quale è apparsa forse persino peggio di come ce la attendevamo: lenta, insicura ed impacciata. Va comunque detto, ad onor del vero, che il leader di reparto, Laremy Tunsil, era assente e che tra i titolari hanno giocato due rookie come Michael Deiter e Shaq Calhoun, entrambi alla prima in NFL.
Lo special team è apparso concreto: ci è stato confermato il talento del kicker Jason Sanders, autore di una buona prestazione, mentre il suo collega incaricato dei calci liberi, il punter Matt Haack, è apparso un pò fuori fase, occorrerà vederlo all’opera durante il prossimo match.
E Flores? Com’è andata la sua prima da head coach? Non si è trovato in situazioni particolarmente delicate, anche se forse è stato impulsivo nel lanciare una bandiera rossa pochi minuti dopo l’inizio del primo quarto, durante un’azione d’attacco dei Falcons, per contestare una ricezione avversaria. La posizione era dubbia, ma forse sarebbe stato più saggio evitare di chiamare tale challenge. Ad ogni modo, l’enfasi che ha messo, durante i due trauìining camp, sulle penalità, sembra aver dato qualche frutto: i Fins sono apparsi più corretti rispetto alle ultime uscite della passata stagione.
Tutti rimandati
Ogni giudizio, a questo punto, è comunque davvero prematuro. Contiamo di sapere qualcosa in più, riguardo a questa squadra, dopo la prossima partita, a Tampa Bay contro i Buccaneers, avversari di numerose partite estive di Miami negli ultimi anni, con i quali si condividerà anche un mixed practice prima del match e, soprattutto, dopo la terza amichevole, per così dire, contro Jacksonville. Tradizionalmente, infatti, è proprio nel corso del terzo impegno di preseason che si lascia intendere chi saranno gli effettivi titolari, in stagione.