Si può sbagliare un’intero draft, con le soffiate sbagliate, provenienti “persino” da dentro lo spogliatoio? Si, se si è dentro la mente dei manager dei New York Giants. C’è comunque da dire una cosa: se la prima chiamata è quasi sempre quella più “facile” da prevedere, rimane difficile invece districarsi in scelte da fare entro 10 minuti.
Daniel Jones: il QB proposto dalla Manning Lobby
Come sapete, attualmente, il QB titolare de NY Giants è Eli Manning: 38 anni, in piena fase discendente, non più brillante come quando batteva l’inossidabile Tom Brady nei Super Bowl. L’ultima stagione, infatti, è stata altamente deludente. Iniziata si, con una sconfitta, contro i Jaguars, ma conclusasi con solo 5 vittorie su 16 partite. Un bottino davvero magro, con statistiche di squadra impietose. E a deludere, sono proprio i giocatori che hanno avuto un inizio devastante, uno fra tutto Odell Beckham Jr. Secondo alcune fonti, di alcuni tifosi, sarebbe stata per lui l’annata decisiva, per la sua permanenza nella Grande Mela. Il rinnovo di contratto per quella che è stata la sua ultima stagione da Giants, prevedeva da parte dell’Head Coach Pat Shurmur delle condizioni da rispettare per Beckham: puntualità e serietà negli allenamenti, niente bravate in giro, ma soprattutto consistenza nella performance atletica. Se non si contano i 2 passaggi da TD per Barkley, si annoverano 6 TD per OBJ, poco più di 1000 yard corse, con una media di circa 14 yard corse per ricezione, la più lunga 51. Ben lontano dalla stagione da rookie, quando aveva ottenuto il doppio dei TD. Quindi, numeri alla mano, i Giants hanno fatto la loro scelta. Mandandolo in un’ambiente che forse dà meno pressioni al WR della Louisiana. Destinazione Cleveland. E arriviamo infatti a colui che gli ha lanciato quelle palle, Eli Manning.
Se non fosse per le oltre 4000 yard lanciate, e i 21 TD segnati, anche per lui le statistiche sono state pessime: 11 intercetti, 66% di passaggi completati. Insomma, lontani dalle stagioni che gli hanno permesso di alzare i 2 Trophy al Superbowl. Sarebbe bastato prendere un QB di quelli che credono nella causa, per risollevare l’intera franchigia. Ma evidentemente, a livello di decisioni che si prendono dentro e fuori lo spogliatoio, Eli conta parecchio.
E contano parecchio i contatti che lui, e Peyton (Manning, il fratello) hanno all’Università di Duke.
A quanto pare, nonostante nessuno dei due sia mai andato a studiare in quella università, nella off-season i fratelli QB andavano a fare delle sessioni di allenamento. E sempre per quel motivo, qualcuno ha provato a fare delle pressioni (quindi una vera e propria attività di lobbying) nei confronti di Daniel Jones.
Daniel Jones, il soggetto misterioso
Jones è stato, prima del draft, il QB titolare dei Duke Blue Devils, la formazione dell’Università di Duke, nel North Carolina. Esce dall’università con un passer rating sotto il 60, 52 TD e 29 intercetti in 3 anni. Davvero un curriculum molto magro, per colui che dovrebbe diventare un il QB che risolleverà le sorti intere della franchigia di proprietà di John Mara. Ma la decisione è ricaduta su di lui, e non su quel ragazzo che è nativo del New Jersey, che da bambino sanguinava Big Blue, e nel giro di una notte si è trovato a mettersi addosso la maglia di una rivale di division, i Redskins.
Dwayne Haskins, il QB non preso
70 di passer rating, 54 TD solo 9 intercetti in soli 2 anni (un anno in meno di Jones, quindi), per uno che già ai vari pundits della ESPN e NFL network diceva “sono il migliore QB del draft”. Numeri alla mano è effettivamente così: una comparazione diretta con Jones, da parte sua, potrebbe solo fermarsi ai numeri, per l’ex titolare di Ohio State. Nonché nel confronto di conference al college: Duke è nella ACC, dove c’è Clemson, e poi il nulla. Mentre Ohio St. è nella Big10, con forze del calibro di Michigan, Michigan St., Nebraska, Iowa, scuole del midwest che vivono di granoturco e football da sempre.
In conclusione, sembra quasi che sia tutto un piano ordito da Eli e Peyton per far rimanere il fratello minore ancora un paio d’anni ai Giants, e non farsi ritrovare tagliato dopo il ritiro, o peggio in panchina in attesa di una sostituzione per un infortunio o per carenza di risultati del rookie. E la stranezza è che la war room sia stata presa in ostaggio per scegliere il QB sbagliato.
Non si sa bene ancora quali che siano le reali intenzioni dei Giants, ma potrebbe essere che la loro prima scelta del Draft risulti un totale buco nell’acqua. Sempre che non ci smentisca in pre-season.