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Aspettando il draft

Mancano pochi giorni al draft 2019 della NFL, quali sono le necessità e le prospettive per i Miami Dolphins?


Una data da segnare in calendario

Ormai ci siamo, il calendario dice che si è entrati nell’ultima decade di aprile e ciò significa soprattutto una cosa per gli appassionati di football americano: il draft è alle porte. Dal 25 al 27 di questo mese, infatti, in uno dei luoghi simbolicamente più ricchi di un paese come gli Stati Uniti d’America, che di simbologia vive e si nutre, nel bene come nel male, andranno in scena i 7 giri di acquisizioni dei più promettenti atleti prodotti dai college americani. il sorteggio – tale è la più vicina traduzione in italiano del termine – si terrà a Nashville, Tennessee, la città della musica che diventerà per tre giorni, ma diciamo pure una settimana, la consueta durata delle operazioni del draft NFL, il teatro dei sogni di qualche centinaio di giovani talenti e delle speranze di numerose franchigie che militano nella lega, e dei loro relativi fanbase.

Tra le squadre che hanno bisogno di una bella iniezione di fiducia ci sono i Miami Dolphins. La squadra è uscita piuttosto acciaccata dall’ultima stagione, con un record certo non invidiabile di 6 vittorie e 10 sconfitte, e da allora ha cominciato un processo di ricostruzione voluto dal presidente Stephen Ross, il quale ha lasciato andare il coach degli ultimi tre anni, Adam Gase, accasatosi a New York, sponda Jets, presso una squadra giovane e promettente, ma ben più ricca di domande che di risposte. Al posto di Gase, al quale auguriamo tutto il meglio con la sua nuova squadra, eccezion fatta quando giocherà contro i Fins, è subentrato Brian Flores, il quale ha firmato un contratto molto lungo, della durata di 5 anni, per dargli il tempo di costruire un team vincente, sulle ceneri di una compagine che esce da una serie di cicli abbastanza deludenti. il roster appare rivoluzionato rispetto a quello della scorsa stagione: il leggendario left end Cam Wake, un vero e proprio totem di questa squadra, e il piuttosto discusso QB Ryan Tannehill, sono finiti ai Tennessee Titans, il RB Frank Gore vestirà quest’anno i colori dei Buffalo Bills, il WR Danny Amendola giocherà con i Detroit Lions e Robert Quinnright end, con i Dallas Cowboys. Oltre a loro, la squadra ha ceduto altri giocatori, privandosi di numerosi veterani per ringiovanire la rosa ed aumentare lo spazio salariale. Alcuni di questi giocatori sono stati già rimpiazzati in free agency, dove sono stati ingaggiati diversi giocatori fuoriusciti dalla troppo presto defunta AAF, la lega primaverile rivolta a tutti coloro i quali volevano (ri)lanciare la propria carriera in NFL, che non è riuscita neppure a concludere la sua prima stagione; oltre al TE Dwayne Allen, acquisito dopo il termine del suo contratto con i New England Patriots, e al QB giramondo Ryan Fitzpatrick, è però chiaro che lo zoccolo duro della squadra dei prossimi anni dovrà inevitabilmente passare dal draft; almeno il prossimo e quello successivo.

 

Le strategie dei Dolphins

Come si muoveranno i Dolphins a Nashville? Sarei lieto di saperlo, ma come sempre accade quando si parla di draft, tutti si tengono abbottonati, per dare agli avversari il minor numero possibile di informazioni, le quali valgono oro al draft, e sono quelle che ti consentono di capire se riuscirai a prendere il giocatore che segui o meno. Il general manager di Miami, Chris Grier, colui che guiderà de facto le operazioni dei Fins nei tre giorni in Tennessee ha affermato qualche giorno fa, nel corso di una conferenza stampa tenuta durante il minicamp facoltativo organizzato dai Dolphins per fare soprattutto workout – in questa fase della stagione, alle squadre non è ancora concesso portare avanti allenamenti veri e propri, di avere già scritto su un foglio i nomi da chiamare quando Miami si troverà on the clock, ma tale affermazione lascia il tempo che trova. E’ infatti possibile, come ben sa chi segue il draft, che quei giocatori vengano chiamati prima di quanto previsto, e dunque non siano più disponibili al momento della chiamata del team o, viceversa, che un giocatore tra i migliori in assoluto, uno di quelli che nessuno avrebbe mai potuto pensare disponibile al numero 13 (la prima pick che avranno i Fins, salvo trade per salire, al momento abbastanza improbabili) non venga chiamato e rimanga disponibile per i pinnati; una cosa del genere capitò 12 mesi fa: nessuno poteva prevedere che Minkah Fitzpatrick scivolasse undicesimo, ma la smania di draftare QB portò il giocatore ad essere disponibile quando fu il turno dei Dolphins, i quali riuscirono ad ingaggiare un talento cristallino. Miami, negli ultimi anni, ha sempre preso il miglior giocatore disponibile al momento della pick, ed è probabile che anche quest’anno si muoverà in tal maniera.

Con ciò, occorre specificare che è davvero difficilissimo prevedere con buona attendibilità quel che accadrà, per cui non farò nessuna previsione, sappiamo però bene quali siano le esigenze dei Dolphins entrando nella nuova stagione. Innanzitutto le linee, tanto la difensiva quanto quella offensiva; abbiamo visto l’anno scorso quanto poco efficace sia stata la protezione per il QB, troppo spesso steso a terra dai difensori e incapace di giocare l’ovale; dopo le partenze di questi mesi, inoltre, anche la linea difensiva si è molto impoverita, e ha bisogno di nuova linfa, è dunque difficile che i Dolphins non vadano su questo reparto, con la loro prima scelta. La classe delle linee è abbastanza ricca in questo draft, soprattutto in difesa, con giocatori del calibro di Nick Bosa (che non sarà mai disponibile come tredicesimo, sarà sicuramente scelto tra i primi tre, se non come primo assoluto), Quinnen Williams, Josh Allen, Ed Oliver o Montez Sweat, tutti futuri titolari delle squadre che li sceglieranno, per cui è verosimile che per i Dolphins rimanga qualche ottimo giocatore, in questo reparto.

In secondo luogo, ai Dolphins occorre un QB, uno di quelli che possa essere la faccia del franchise per i prossimi 10 anni; quest’anno però non sembrano esserci troppi giocatori con queste caratteristiche, probabilmente sono solo 3 o 4 infatti: Kyler Murray (la probabile prima scelta assoluta, in ballottaggio con Bosa), Dwayne Haskins, Daniel Jones e Drew Lock, e di quest’ultimo non sono troppo sicuro, personalmente. Come molti dei lettori sapranno, comunque, non tutti gli analisti associano un QB a Miami, in questo draft, dal momento che si prevede una classe migliore per il prossimo anno – e ancora più interessante per quello dopo, a dire il vero – viste le braccia che hanno i passer dei college in procinto di terminare gli studi. E’ però poco probabile che Miami resti con gli attuali QB, per la prossima stagione. La decisione sarà però probabilmente presa dopo aver visto come si muoveranno le squadre che selezioneranno prima, a cominciare dagli Arizona Cardinals che chiamano per primi: se selezionassero Murray, decidendo di sostituire dopo un solo anno Josh Rosen, per i Fins potrebbe essere meglio non prendere nessun QB e fare una telefonata ai Cards richiedendo una trade per Rosen.

I Dolphins di necessità ne hanno comunque tante, andando verso il draft: non sarebbe infatti male fare un upgrade agli skill players offensivi, RB e WR; o al reparto dei CB in difesa, il quale è in buone mani finchè può annoverare tra le sue fila Xavien Howard, ma “X” non ha ancora rinnovato ed è in scadenza; i suoi compagni Bobby McCain, Cordrea Tankersley, Cornell Armstrong, Torry McTyer e l’ultimo arrivato Eric Rose sono buoni giocatori; ma in una division come la AFC East dove i QB avversari sono molto bravi, sarebbe consigliabile avere una sicurezza in più. Un altro reparto che avrebbe bisogno di una mano è quello dei TE, l’anno scorso ne arrivarono 2, come ricorderete: Mike Gesicki e Durham Smythe, ai quali si è aggiunto il già citato Allen qualche settimana fa; nessuno di questi appare al momento come un playmaker imprescindibile però, dunque si potrebbe pensare di prenderne un altro, magari durante gli ultimi giri del draft.

Aspettative e realtà

In definitiva, questi Dolphins sono un bel cantiere, in piena fase di ricostruzione, quindi è meglio che entriamo fin da subito nell’ottica di quello che sarà la stagione appena iniziata: non siamo certo una squadra che può aspettarsi un grande successo, quest’anno. D’altra parte, comunque, ogni viaggio comincia dal primo passo, e la squadra che vedremo in campo dopo l’estate sarà il primo piano di una torre che ci auguriamo diventi presto bella alta.

Dopo il draft conosceremo un pò più da vicino le matricole che i Dolphins ingaggeranno durante questa primavera (i contratti dei rookie che vengono selezionati non si firmano immediatamente, lo si fa nel corso delle settimane successive), cercando di spiegare al meglio che cosa potranno portare alla squadra. Intanto auguro un buon draft a chiunque lo seguirà, almeno per quanto riguarda il primo giro, quello dove si conoscono i campioni della NFL che verrà, nonostante l’orario piuttosto proibitivo per chi vive in Europa.

 

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