E chi se lo aspettava? Detroit non era certo il team più in forma del momento, due sconfitte in due partite contro squadre non irresistibili avrebbero minato le speranze di chiunque, eppure nel Sunday Night Preview l’avevamo scritto, molto dipenderà dalla prestazione di Stafford, e della sua linea, e così è stato.
Matthew Stafford ha condotto una partita totalmente a senso unico, i Patriots non sono mai sembrati in gara, e men che meno in grado di contrastare l’attacco dei Lions, che ha trovato nel suo quarterback un direttore d’orchestra praticamente perfetto, o quasi. La chiave vincente del match è stata la prestazione dell’offensive line, capace di far spadroneggiare il running back rookie Kerryon Johnson, autore di una partita mostruosa, con 16 portate per 101 yards, e al tempo stesso di chiudere tutte le porte verso il backfield offensivo, consentendo a Stafford di cercare e lanciare in ogni dove, con la massima tranquillità.
New England oltre a soccombere in difesa nella guerra di trincea, ha pagato dazio anche nella secondaria, che senza l’esperienza (e la qualità) di Chung, è sembrata spaesata. In attacco non è andata diversamente però, anzi, anche il fronte offensivo è crollato miseramente. Brady ha chiuso il match con statistiche pessime, 14 completi su 26 per sole 133 yards, 1 touchdown pass e 1 intercetto. Al numero 12 dei Patriots è mancata la serenità di poter lanciare, troppo spesso gli end di Detroit l’hanno accompagnato per terra… con veemenza, e poi ancora una volta il team in attacco si è dimostrato troppo Gronkowski dipendente, 4 dei 14 completi sono sul tight end, e almeno altrettanti lanci gli sono passati a un soffio dalla ricezione. Si è sentita palpabile l’assenza di un top player come wide out, e comunque anche il tempo non gioca a favore di New England, perchè Brady non può essere eterno, soprattutto se viene stropicciato così tante volte come è successo tra Jacksonville e Detroit. L’arma in più della contraerea Lions è stato un certo Darius Slay, rientrato da un lieve infortunio e autore dell’intercetto “sentenza” nel quarto quarto.
Stafford invece ha potuto distribuire ben 27 completi (su 36 lanci) a 9 (NOVE) giocatori diversi, praticamente il numero 9 dei Lions ha lanciato palloni anche nelle mani della practice squad, scusate se è TROPPO!
Come avevamo preannunciato nel game preview però non tutto è da buttare, New England rimane ancora in corsa nella AFC East, dove a parte i Dolphins in fuga, sono tutte appaiate con un record di 1-2, e tra Jets, Bills e Patriots, è quasi inutile pronosticare chi ha più possibilità di andare in postseason.
Per Detroit invece è una boccata di ossigeno non indifferente, una sconfitta avrebbe affossato i Lions a 0-3 in una division ultra competitiva, mentre la vittoria contro una big come New England, oltre a portare fiducia, rimette i leoni in piena corsa, grazie anche allo scivolone incredibile di Minnesota in casa contro i Bills.
Il tabellino finale è meno pesante di quello che comunque si è visto in campo, Detroit vince “solo” 26-10, e se dovessimo scegliere un momento in cui si poteva dire che New England avrebbe potuto ribaltare le sorti dell’incontro, è stato in occasione dell’intercetto di Stafford ad opera del libebacker rookie Ja’Whaun Bentley all’inizio del terzo quarto sul 13-3 per i Lions. In quel momento l’inerzia poteva girare a favore di Brady, che sul cambio possesso andava a segno con White e portava la partita in bolla sul 13-10, ma è bastato un amen a Stafford, sul drive successivo, per ristabilire le distanze.
Il quarterback di Detroit ha gestito un drive perfetto: 6 lanci (tutti competi) e 3 corse, si è mangiato 6 minuti abbondanti di cronometro e ha lasciato palla a New England dopo aver riportato avanti i suoi di 10 punti (20-10), un gap ormai incolmabile per una squadra che è sembrata molto indietro come forma.
Il prossimo impegno per Brady e compagni è contro Miami, ora si che i duri dovranno veramente cominciare a giocare.