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NFL Power Rankings 2018 – week 3
Nel giorno nero dei kickers, che costano la vittoria ai Browns e ai Vikings, la prova d’autorità dei Jaguars sui Patriots spiana loro la strada al vertice dei Power Rankings.
Nel giorno nero dei kickers, che costano la vittoria ai Browns e ai Vikings (e in parte agli Steelers), la prova d’autorità dei Jaguars sui Patriots ne spiana la strada al vertice dei Power Rankings. Convincente vittoria dei Buccaneers sugli Eagles a Tampa, dove la magia di Fitzpatrick genera…Fitzmagic. Emozioni infinite a Green Bay nel pareggio fra Vikings e Packers.
#1 (+4): Jacksonville Jaguars (2-0-0) – Se Blake Bortles si trasforma in Tom Brady, questa squadra diventa la naturale favorita a rappresentare la AFC al Super Bowl. L’onere di provare che può esprimersi con costanza a questi livelli sta ora sulle spalle di Bortles. Nella speranza, per “Sakcsonville”, che la trasformazione in Brady possa confermarsi anche quando i Jaguars non giocano contro i Patriots.
#2 (+4): Los Angeles Rams (2-0-0) – Non c’è dubbio che i Rams non abbiano fin qua incontrato avversari fenomenali (i Cardinals, in particolare, hanno avuto il secondo peggiore inizio di tutta la NFL) ma la completezza del roster, sia in attacco che in difesa ed il mix perfetto fra giovani promesse che stanno crescendo per affermarsi come stelle e veterani che offrono esperienza e affidabilità sta generando una macchina da guerra che, ad oggi, va considerata come il top della NFC. In attesa, si intende, di test più probanti.
#3 (=): Green Bay Packers (1-0-1) – Altra spettacolare partita a Lambeau Field, dopo il primo Sunday Night stagionale contro i Bears. Altro avversario divisionale, stavolta con ambizioni di titolo. E chissà che non sia stato l’antipasto di un possibile NFC Championship Game. Rodgers sembra intero e ciò è quanto conta maggiormente a questo punto. Meritano di stare un pelo davanti ai Vikings puramente in ragione della salute di Aaron.
#4 (=): Minnesota Vikings (1-0-1) – Vanno a Green Bay senza timori reverenziali come giusto che sia per una squadra dalle grandissime ambizioni, non si spaventano davanti ad un Rodgers relativamente in buona condizione, rimontano un gap importante nell’ultimo quarto e soprattutto mettono in mostra Cousins, il quale fa capire perché i Vikings lo hanno ricoperto d’oro nella ultima free agency. Per lui 35/48, 425 YDS, 4 TD, 1 INT, 118.8 QB rating. Non vincono all’overtime “grazie” alle nefandezze del loro rookie kicker, che ora è un disoccupato, mentre i Vikings accolgono l’ex-Cowboy Dan Bailey, il secondo kicker più accurato nella storia della lega. Un altro pezzo da novanta per vincere subito.
#5 (+5): Kansas City Chiefs (2-0-0) – La difesa non sarà impermeabile, ma vogliamo (anche noi, non che ci sia qualcuno che non lo stia facendo…) parlare dell’esplosività di quest’attacco, guidato dal QB al secondo anno Patrick Mahomes? 10 TD lanciati da un QB nelle prime due partite di stagione sono un record e comunque, andare a Pittsburgh nella tana degli Steelers per completare statistiche da sogno (23/28, 326 YDS, 6 TD, 155.0 QB rating) non è certamente da tutti. E già ci si chiede se non sia lui il QB del futuro.
#6 (-4): New England Patriots (1-1-0) – Aria di tensione in casa New England, la sconfitta patita a Jacksonville lascia strascichi e apre polemiche. L’ira di Brady è il preludio della fine di un ciclo oppure l’ennesimo episodio che ha quasi sempre segnato, nel ventennio Belichick-Brady, una reazione rabbiosa per i malcapitati avversari di fronte a battute d’arresto impreviste? Il prossimo Sunday Night a Detroit, contro i Lions dell’ex Matt Patricia, potrebbe già essere un crocevia importante ma andiamoci piano a darli per morti.
#7 (-6): Philadelphia Eagles (1-1-0) – Gli Eagles saranno perseguitati a lungo dalla domanda sulla propria “fame” dopo il Super Bowl vinto l’anno scorso. A Tampa hanno affrontato la grande sorpresa di quest’avvio di stagione e ne sono usciti malconci. Nel frattempo però qualche buona notizia c’è: dall’infermeria arriva l’ok per Carson Wentz, pronto finalmente a tornare in campo.
#8 (+1): Atlanta Falcons (1-1-0) – Nessuno si aspettava una passeggiata contro i Panthers ma era importante lanciare un segnale alla divisione e lo hanno fatto, a dispetto dell’infortunio a Devonta Freeman, che lo terrà lontano dai campi per alcune settimane. C’è ancora molto da registrare nei Falcons, ma per ora la risposta ad un avvio sicuramente molto impegnativo è stata tutto sommato all’altezza.
#9 (+4): Cincinnati Bengals (2-0-0) – Ok, i Bengals ci hanno abituati a rendere spesso al di sotto del loro potenziale sulla carta, perciò ora diventa difficile farsi prendere da facili entusiasmi. Eppure l’inizio è stato di quelli che servivano per fare dimenticare i dubbi sull’ennesima conferma di Marvin Lewis. Battere con così grande autorevolezza un rivale diretto come i Ravens, in un Thursday Night, davanti agli occhi di tutto il paese, li rende meritevoli di un posto “al sole” della nostra top 10.
#10 (-2): Carolina Panthers (1-1-0) – Per una squadra che ci ha abituato alla vecchia ricetta difesa e corsa, vedere Cam Newton (32/45, 335 YDS, 3 TD, 1 INT, 105.3 QB rating) lanciare così tanto (anche se forse, più che una scelta è stato un obbligo dettato dal tentativo di rimonta nell’ultimo quarto) porta a chiedersi se questo non abbia contribuito alla sconfitta di Atlanta. Aldilà dei numeri, questa è una squadra con una natura ben precisa e da quella dovrebbe comunque partire. O ri-partire, dopo lo scontro diretto perso contro i Falcons.
#11 (+14): Tampa Bay Buccaneers (2-0-0) – Li avevamo messi a numero 30 nella griglia di partenza ed in due domeniche ci hanno già stupito al di sopra di ogni ragionevole previsione. Diffidavamo di Koetter, ma forse avremmo dovuto fidarci di uno come Fitzpatrick (27/33, 402 YDS, 4TD, 1 INT, 144.4 QB rating, seconda settimana di fila sopra le 400 YDS lanciate). La foto della sua conferenza stampa post-partita, con i vestiti presi a prestito da DeSean Jackson, merita assolutamente la copertina di giornata. Bravo Fitzmagic (come lo stanno chiamando ora a Tampa)!
#12 (+3): Miami Dolphins (2-0-0) – In barba agli uragani, in barba ai Jets che avevano distrutto i Lions a Detroit, i Dolphins zitti zitti raccolgono la seconda vittoria di fila e sfruttando l’insolita caduta dei Patriots, si installano in testa alla AFC East. Dureranno i ragazzi di Gase? La sfida interna contro i Raiders, già in difficoltà oltre le aspettative, dirà molto sulla solidità dei Delfini di Miami.
#13 (-6): Pittsburgh Steelers (0-1-1) – Difficile non essere un po’ combattuti sul ranking degli Steelers. I dati, nudi e crudi, dicono 0 vittorie ed una grande confusione (non una novità…) nella gestione da parte di Tomlin ma non ci si può scordare che il talento di questa squadra è abbondante in attacco e in difesa. Non si può dire che il problema sia (solo) la mancanza di Bell, anche perché con lui crediamo che gli Steelers abbiano chiuso, aldilà del fatto che entro al più tardi la week 10 si presenterà per intascare almeno 6 dei 14.5 milioni della sua franchise tag e soprattutto per potere finalmente essere un free agent l’anno venturo. C’è qualcosa che si è rotto (come suggerisce anche la misteriosa assenza di Antonio Brown dal quartier generale degli Steelers il lunedì) e occorre invertire la rotta quanto prima. Il Monday Night di Tampa, contro una delle squadre più hot del momento, dirà la verità sullo stato dei gialloneri.
#14 (-3): New Orleans Saints (1-1-0) – Dopo un esordio da incubo contro i Buccaneers, rischiano di lasciarsi sfuggire un’altra W in casa, stavolta nientepopodimeno che contro i Browns. D’accordo i miglioramenti di Cleveland, però pensare che alla fin fine i Browns si sono di fatto suicidati, soprattutto grazie al loro kicker, lascia qualche (eufemismo) perplessità sulle chance di Drew Brees di vincere un altro anello. Non che sia colpa sua, affatto, ma la trasferta di Atlanta potrebbe essere un test quasi decisivo per capire le ambizioni della franchigia della Louisiana.
#15 (+1): Chicago Bears (1-1-0) – Si prendono il palcoscenico del Monday Night per riscattare l’amarezza della rimonta subita a Green Bay, confermando di avere una difesa potenzialmente devastante. In realtà il potenziale in queste prime due settimane è stato anche (in parte) messo in atto, ma la prudenza non è mai troppa a questo punto della stagione. Ancora un work in progress Trubisky, come peraltro prevedibile. Fondamentale ora approfittare del calendario, che propone l’abbordabile visita ai Cardinals.
#16 (+3): Denver Broncos (2-0-0) – Per essere una squadra guidata da un coach che sembrava totalmente non all’altezza, aprire con due vittorie sul filo del rasoio rappresenta una bella prova di carattere. Malgrado i Chiefs in questo momento sembrino i padroni della AFC West, i Broncos potrebbero dare fastidio.
#17 (+4): San Francisco 49ers (1-1-0) – Rialzano la testa dopo l’esordio negativo, battendo i Lions al termine di una partita condotta più nettamente di quanto non riveli il punteggio finale. Bene di nuovo Garoppolo dopo il pomeriggio difficile di Minneapolis, bene soprattutto il supporto che gli è stato offerto da Matt Breida nel gioco di corsa e da un Robbie Gould, come spesso successo nella sua carriera, impeccabile al piede. Ed in una giornata come questa, avere un kicker su cui contare significa tanto.
#18 (=) Tennessee Titans (1-1-0) – Manca Mariota, c’è Blaine Gabbert ma Mike Vrabel ed il suo staff, consci dei limiti del proprio QB, si inventano di tutto (bellissimo il fake punt con passaggio da TD della safety Kevin Byard ad aprire le segnature) e riescono ad avere la meglio sui Texans. La corsa al secondo posto (Jaguars inarrivabili, ora come ora) della AFC South è aperta.
#19 (+1): Los Angeles Chargers (1-1-0) – Abusano dei Bills a proprio piacimento e portano a casa la prima vittoria stagionale. Il punteggio è meno netto di quanto visto in campo, logica conseguenza di un secondo tempo giocato senza premere sull’acceleratore. Prova completa in ogni fase del gioco ma è difficile distinguere i loro meriti dalla pochezza dei Bills.
#20 (-8): Baltimore Ravens (1-1-0) – Da numero 21 nei Power Rankings della vigilia a numero 12, poi ora a 20…la realtà è che la vittoria sui Bills (e lo avevamo paventato) era forse stata un po’ illusoria, mentre i Bengals li hanno riportati con i piedi per terra (e non siamo sicuri che siano atterrati sui piedi, ma forse su un’altra parte meno nobile del corpo…).
#21 (-7): Washington Redskins (1-1-0) – Anche per i Redskins vale un discorso molto simile a quello dei Ravens, da 29 a 14 a 21, anche per i Redskins la bella prova della week 1 era stata favorita da un avversario soft quale i Cardinals, anche per i Redskins si ritorna subito sulla terra, forse con l’aggravante rispetto a Baltimora di avere perso in casa contro i Colts.
#22 (-5) Houston Texans (0-2-0) – Vincono la battaglia delle statistiche a Nashville e Watson migliora sensibilmente i suoi numeri rispetto a Foxboro, ma la casella delle W rimane vuota e si apre un piccolo gap con i rivali divisionali. Dopo due trasferte, finalmente arriva la prima casalinga a Houston ed un’occasione importante perché i Giants non rappresentano in questo momento un ostacolo insormontabile.
#23 (-1): New York Jets (1-1-0) – Passo indietro dopo l’esordio col botto di Detroit, ma è inevitabile pensare che Darnold sia destinato a vivere sulle montagne russe in questa prima stagione da pro. D’altra parte, la responsabilità di crescere non può gravare esclusivamente sulle spalle del giovane QB e il 20-0 subito dai Dolphins nel primo tempo rivela un approccio rivedibile della squadra intera.
#24 (+2): Dallas Cowboys (1-1-0) – Pur senza entusiasmare, fanno il proprio dovere contro i Giants e si aggiudicano la prima vittoria stagionale. Bene Zeke Elliott, così così Dak, ma se la difesa gira (anche complice una linea d’attacco, come quella dei Giants, inguardabile in alcuni suoi componenti) e le corse vanno, la formula può bastare.
#25 (+4): Indianapolis Colts (1-1-0) – Sbancano Washington e festeggiano il primo successo da head coach di Frank Reich, con un Andrew Luck che dà segnali di vita, pur con numeri non esaltanti. Domenica tornano sulla costa Est, a Philadelphia stavolta (dove Reich ha vinto il Super Bowl da offensive coordinator), per visitare i campioni uscenti feriti dalla sconfitta di Tampa. Test duro, ma questa squadra ha bisogno di passare anche attraverso queste sfide.
#26 (-2): Detroit Lions (0-2-0) – Ancora senza successi l’avventura di Matt Patricia in Michigan e domenica sera il Sunday Night prevede la grande sfida contro il maestro Bill Belichick. I Patriots, feriti dalla pesante sconfitta di Jacksonville, saranno certamente rabbiosi ed in cerca di rivalsa ma una terza sconfitta destinerebbe Detroit ad una stagione più difficile del previsto. Di sicuro, sarà un match da non perdersi.
#27 (+4): Cleveland Browns (0-1-1) – Così vicini a tornare alla vittoria dopo circa 21 mesi, avevamo scritto settimana scorsa e così amaramente beffati. Mentre con gli Steelers il field goal fallito nel finale dell’overtime non aveva comunque precluso almeno un pareggio, a New Orleans i (plurale) field goals e le due conversioni di extra point falliti da Gonzalez (prontamente licenziato) hanno condannato ad una sconfitta che sa di maledizione. I segni di miglioramento ci sono, è ora di centrare una W per scrollarsi di dosso tutta la negatività degli ultimi anni.
#28 (-5): New York Giants (0-2-0) – Continuano le magagne della linea offensiva (in particolare le imbarazzanti prestazioni di Ereck Flowers portano a chiedersi come sia ancora titolare, fingendo di dimenticarsi che mai avrebbe dovuto essere una top10 pick al draft 2015) e così continuano i problemi di Eli Manning e l’utilizzo poco proficuo delle due vere stelle dell’attacco, Beckham e Barkley. Shurmur ha tanto lavoro da fare per ricomporre i cocci lasciati da Ben Mc Adoo.
#29 (-1): Oakland Raiders (0-2-0) – Contro i Rams era prevedibile incontrare difficoltà, ma perdere così in rimonta a Denver, in una giornata in cui Derek Carr è quasi perfetto al lancio (29/32, 288 YDS, 1 TD, 114.6 QB rating) non aiuterà a diradare le nuvole nere sopra la testa di Gruden e dei suoi. Ah, quella difesa che non riesce a mettere pressione ai QB avversari, orfana di un pass rusher di livello assoluto…
#30 (-3): Seattle Seahwaks (0-2-0) – Russell Wilson lotta come può, ma la linea d’attacco è un colabrodo (e in più forse la difesa dei Bears è veramente élite…) e, dato che piove sul bagnato, la difesa è priva di vari pezzi da novanta. Morale: squadra in rifondazione, Pete Carroll in controllo ma ancora senza soluzioni facili, tanta pazienza necessaria per la squadra dello stato di Washington in attesa di ritornare competitivi.
#31 (-1): Arizona Cardinals (0-2-0) – E con i Cardinals a 31, di un posto sotto i Seahawks, pensiamo che si possa affermare che in questo momento la NFC West è la divisione più debole della NFL. Se la partita contro i Redskins aveva fatto suonare più di un campanello d’allarme, l’inguardabile prestazione del Coliseum contro i Rams non riaccende la benchè minima speranza. Ora attendono i Bears nel deserto, sperando che la linea e Sam Bradford reggano l’urto del Mack Attack.
#32 (=): Buffalo Bills (0-2-0) – Abbiamo definito imbarazzanti ed inguardabili le prestazioni di alcune altre squadre o alcuni atleti prima di arrivare ai Bills, che meritano l’uso simultaneo di tutti quanti questi aggettivi poco lusinghieri. Non sappiamo se Josh Allen valesse la settima pick assoluta al draft, ma crediamo che abbia un super braccio e l’atletismo giusto per fare bene. Il problema è che in questo caos, il rischio di bruciarlo è ovvio. E caos è un termine gentile, considerando che dallo spogliatoio Bills è arrivata l’incredibile notizia del ritiro a metà partita del cornerback Vontae Davis, che non è rientrato in campo dopo l’intervallo, decidendo di lasciare il football giocato nel bel mezzo della gara contro i Chargers. Un aneddoto: Davis, che è stato anche un buonissimo giocatore, ci lascia con un’altra perla, dopo quella (di grande umanità e semplicità a dire il vero) regalataci durante l’edizione 2012 di Hard Knocks, il reality show di HBO che “spia” dall’interno il training camp estivo di una squadra NFL a rotazione. Vontae, all’epoca giocatore dei Dolphins, si presentò nell’ufficio del GM che gli comunicò di averlo scambiato con i Colts. La risposta di Vontae? “I wanna call my grandma”, voglio chiamare mia nonna. Umano, simpatico, buffo…ma pur sempre una perla da ricordarsi!
Autore: Federico Aletti
Data di pubblicazione:
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