Il Super Bowl LII disputatosi tra i Philadelphia Eagles ed i campioni in carica dei New England Patriots verrà ricordato per il più bel Super Bowl nella storia della NFL.
Il più bello perchè la partita è rimasta aperta fino alla fine, con un doppio capovolgimento di fronte proprio nel finale quando gli Eagles, dopo essere stati in vantaggio per tutto il match, hanno prima subito la rimonta dei Patriots, poi il sorpasso (32-33) e infine hanno messo a statistica il sorpasso vincente con il touchdown di Zach Ertz e il field goal di Jake Elliott che hanno impresso nella storia il risultato finale di 41-33 a favore degli Eagles.
Philadelphia vince così il primo Super Bowl della sua storia, dopo averne persi due (1981 e 2005) e vince battendo i campioni in carica, gli imbattibili, i Patriots guidati da Tom Brady, colui che detiene il record di Super Bowl vinti (5) e disputati, e da questa notte anche il record delle yards lanciate (505), insomma, non uno qualuque.
La bella favola è che a vincere è una squadra che fino a che ha avuto tra le sue fila il quarterback titolare, Carson Wentz, era anche tra le favorite, ma dopo l’infortunio della sua stella, gli Eagles non erano nemmeno tra le favorite del primo turno di playoff.
Nick Foles, il backup di Wentz, ha saputo caricarsi il team sulle spalle, e partita dopo partita ha guidato l’attacco in maglia verde sempre meglio, arrivando a guadagnarsi il titolo di MVP della finale. Niente male per un backup subentrato a 3 partite dalla fine della regular season eh?
La partita per 3 quarti la conducono gli Eagles, ma non è che i Patriots stiano a guardare, anzi, la brigata di Doug Pederson non riesce mai a creare un vero gap con New England da consentire di poter prendere il largo, il massimo distacco infatti è stato di soli 12 punti a inizio del secondo quarto di gioco, poi tanto equilibrio, ovviamente sempre con i campioni in carica costretti a rimontare.
Foles e Brady hanno letteralmente devastato le difese, guidando due attacchi che in totale hanno prodotto 1152 yards di total offense, un record pazzesco, e hanno anche saputo rischiare nei momenti giusti.
In una partita quasi priva di errori eclatanti (se si esclude la manciata di extrapoint falliti), è stato proprio un errore, un fumble causato a Brady, a cambiare l’inerzia della gara.
La chiave della vittoria per Philadelphia è stato il gioco di corsa che, tra Blount, Ajayi e Clement ha creato quel cuscinetto di sicurezza tra la difesa dei Patriots e il quarterback Nick Foles, che ha avuto la possibilità di lanciare dosando i palloni in maniera millimentrica.
New England, dal fatto suo, ha messo in mostra il solito arsanale atomico sul gioco aereo, con Brady che seppur non in giornata top, ha distribuito 28 completi (su 48 lanci) per 505 yards e 3 touchdown pass. La velocità con cui i Patriots hanno fatto tutto il campo, e sono andati a segno, nel terzo periodo di gioco è stata a dir poco disarmante.
Ma alla fine, in perfetto “American dream”, sono stati gli underdogs a vincere, gli sfavoriti dalle statistiche e dalle ricorrenze, anche se, a onor del vero, una statistica che dava manforte al morale degli Eagles c’era, ed era quella che diceva che chi era stato MVP l’anno prima, non ha mai vinto il Super Bowl nell’anno successivo.
Ora tutto è in mano al management, perchè se questa squadra manterrà un assetto simile, con il ritorno di Wentz in regia potrebbe essere magari l’inizio di un nuovo ciclo vincente.
Per i Patriots non è assolutamente un ridimensionamento, anzi, è che serve che la squadra vincente sia una sola, altrimenti si potrebbe dire che entrambi i team in questa partita avrebbero meritato di vincere.