Dolphins vs Buccaneers doveva giocarsi a settembre, nella prima settimana, e fungere da home opener per la squadra di Miami e da primo impegno stagionale lontano, ma neppure di troppo, dalle mura amiche per quella di Tampa Bay. Però poi c’è stato l’uragano Irma e una situazione di pericolo così grave da impedire lo svolgimento della partita, per ovvie ragioni metereologiche. La NFL allora, sempre restìa a ricalendarizzare i propri match, si è vista costretta a fare l’unica cosa possibile in una simile situazione: spostare la partita a questa undicesima settimana nella quale il caso ha voluto che entrambe le squadre avessero la propria bye week.
Per tale motivo il match è andato in scena solamente oggi e lo ha fatto in una situazione non troppo serena per entrambe le squadre. Ambedue deluse e con un record negativo, dopo aver cominciato la stagione con ambizioni di playoff, oramai probabilmente abbandonate da entrambe le parti, e tutte e due con problemi di roster. Negli ospiti l’assenza del quarterback Jameis Winston (Florida State), sulle cui spalle Bucs hanno caricato pressochè ogni speranza nel prossimo futuro, ma sono forse i Phins a trovarsi nella situazione peggiore, dopo aver perso, non più tardi di 30 ore prima del kickoff, Rey Maualuga, esperto linebacker che non stava affatto giocando male, ma che essendo stato arrestato venerdì, come prassi impone, si è visto stracciare il contratto firmato la scorsa estate. Naturalmente la situazione ha creato un pò di apprensione nell’ambiente e non è sempre facile lasciare certe questioni fuori dal campo.
Chissà se proprio per questo motivo i padroni di casa cominciano la partita così male. Nel primo tempo Jay Cutler è, per usare un eufemismo, disastroso: impreciso, frettoloso, riesce solo a sprecare tutto quello che la squadra costruisce, con intercetti sanguinosi ed errori grossolani. Il quarterback comunque è in buona compagnia nella sua sventurata partita: DeVante Parker si fa sfuggire di mano una palla ben piazzata, neanche l’ovale fosse una saponetta bagnata, e Jarvis Landry causa un fumble che fa gridare allo scandalo i tifosi verde acqua. E se due ricevitori di tal livello commettono errori del genere, forse non è proprio giornata per i Dolphins. I “regali” di una squadra sono però, proverbialmente, il tesoro dell’altra, e gli ospiti non si fanno certo pregare per realizzare 17 punti in drive generati da turnover avversari, concludendo il primo tempo 20 a 7. Il football americano non è sport nel quale i tifosi sono soliti abbandonare lo stadio anzitempo, ma c’è da scommettere che numerosi sostenitori dei padroni di casa abbiano accarezzato questo pensiero durante l’halftime.
La svolta potrebbe arrivare nel secondo tempo, quando Cutler, davvero sfortunato oggi, si infortunia ed al suo posto entra Matt Moore. L’esperto rincalzo gioca piuttosto bene e, nonostante alcuni errori tutto sommato comprensibili per un backup, riesce a pareggiare la partita a pochi minuti dal termine. In un momento così delicato però, quando la difesa di Miami viene chiamata a proteggere il risultato e portare la partita all’overtime, Ryan Fitzpatrick, sostituto di Winston, mette insieme un drive davvero convincente e dà modo al suo kicker Murray, anch’esso un backup, di realizzare il field goal che, a 4 secondi dal termine, chiude i giochi. La risposta dei Dolphins è disperata e confusa: lo special team recupera il pallone dopo il kickoff dei Buccaneers e inizia una serie di passaggi laterali per cercare di guadagnare più terreno possibile, l’ovale viene passato di mano in mano come un uovo finchè non si fa la frittata; la palla scivola, gli avversari la recuperano e la riportano dietro la goal line di Miami. Game, set, match Tampa Bay dunque che, con il risultato di 30-20, forse un po’ troppo severo per i padroni di casa, e si porta a casa una vittoria che dà morale e fiducia ad una squadra che presto ritroverà Winston e potrà giocarsi le sue ultime carte in una NFC South che, anche se sembra già decisa in chiave playoff, potrebbe riservare delle sorprese.
I Dolphins invece sono in caduta libera: quarta sconfitta consecutiva, un’altra partita da mani nei capelli con una statistica da brivido lungo la schiena alla voce intercetti: ben 3 volte la palla passata da un quarterback di Miami è finita nelle mani dei Buccaneers. Tempi duri per i sostenitori del delfino verde acqua, e tempi duri per l’HC Adam Gase, che ha rilasciato il running back Jay Ajayi (che sta facendo i numeri a Philadelphia) e si trova tra le mani un attacco che è talmente imprevedibile da produrre più punti per gli avversari di quanti non ne subisca la difesa.