Al New Miami Stadium, o Hard Rock Stadium che dir si voglia, i Miami Dolphins, di fronte al pubblico amico, provano a scuotersi di dosso lo shock della trade di Jay Ajayi e avere la meglio sugli Oakland Raiders, squadra alla quale il record negativo di 3 vittorie e 5 sconfitte, con il quale si presenta a questa sfida non rende certo giustizia, date le individualità in campo, tanto in attacco quanto in difesa.
Non è esattamente facile perdere un Pro Bowler come Ajayi e fare finta di niente e infatti, durante un primo quarto più che altro di studio, la più o meno equa divisione delle carries tra Kenyan Drake e Damien Williams nel backfield di Miami non appare propriamente esaltante. D’altra parte, però, neppure i Raiders entusiasmano granchè, eccezion fatta per qualche buona ricezione del loro TE Jared Cook, pur cosentendo al bravo kicker italiano Giorgio Tavecchio di realizzare un calcio da 36 yards per il 3 a 0 che rimarrà il punteggio sul tabellone per tutti i primi 15 minuti.
E’ solo nel secondo periodo che si intravedono i padroni di casa, quando raggiungono la endzone di Oakland al termine di un buon drive guidato in modo impeccabile da quarterback Jay Cutler, al rientro dopo una giornata di assenza per infortunio, con una ricezione di Damien Williams che vale 6 punti. Cody Parkey, kicker verde acqua, fallisce il punto addizionale, ma si fa perdonare con una geniale giocata sul kickoff: un onside kick (frutto della casualità) che recupera lui stesso per mantenere la propria squadra in attacco. Il suo sforzo non serve però a molto, dal momento che il giovane runningback Drake perde una palla che viene rapidamente ricoperta dalla vorace difesa dei Raiders e vanifica anche la migliore partenza in carriera di Jay Cutler, il quale per la prima volta riesce a completare 11 passaggi consecutivi. E’ dunque di nuovo Oakland ad attaccare e, questa volta, a giungere in end zone, al termine di un drive lungo ed efficace, a conclusione del quale Derek Carr trova dietro la goal line il suo ricevitore Johnny Holton, bravo a farsi trovare libero e pronto alla catch che vale 6 punti. Prima dell’halftime c’è tempo per la realizzazione di due FG, uno per parte; prima Parkey e poi Tavecchio (53 yards di calcio) fissano lo score sul 13 a 9 per gli ospiti, dopo trenta minuti di ostilità.
Il terzo quarto è nel segno dei playmakers: sale in cattedra per primo Marshawn Lynch, non certo un fattore nella prima metà della gara, il quale ci riporta in mente il vecchio Beast Mode che ricordavamo a Seattle segnando un touchdown su corsa. Apprezzabile soprattutto perché reso possibile da una splendida giocata della sua linea offensiva, che trae in inganno Ndamukong Suh, spauracchio degli attacchi con la sua mole e velocità, aprendo la strada alla segnatura di Lynch.
Poi tocca ai Dolphins in attacco ed è Jarvis “Juice” Landry a battere un colpo, al termine di un altro bel drive diretto sapientemente da Jay Cutler, che prende buone decisioni per una sessantina di yards prima di spedire in meta il WR con il numero 14. L’ultimo periodo di gioco si apre con un ruggito di Suh, che provoca una fumble contrastando Carr, ricoperto dai Dolphins. Il gigantesco numero 93 resta però infortunto nell’azione e, seppur rientrante già nel drive successivo, da l’idea di rimanere un po’ fuori dal gioco. I Dolphins cadono poi dalla padella nella brace quando si infortunia anche il tackle offensivo Ja’Wuan James, dal momento che il suo sostituto, Sam Young, non riesce a proteggere Cutler alla stessa maniera. Due colpi che minano la serenità dei padroni di casa, i quali non reggono l’impatto con l’efficace offense di Oakland che, al termine di un consistente drive, mette Lynch in condizione di correre per un altro touchdown.
Miami dunque sotto di 11 punti, con 4 minuti e 37 secondi da giocare, ma i Phins si sono dimostrati più volte, in questa stagione, comeback team, ovvero squadra da rimonte, ma non è questo il caso. Affossati dalle oltre 100 yards di pazzesche penalità (la metà causate dall’offensive line), da un paio di infortuni da monitorare nei prossimi giorni, e da una buona performance degli avversari, apparsi oggi solidi ed efficaci in ogni aspetto del loro gioco, i padroni di casa capitolano.
Prima che scorrano i titoli di coda, c’è comunque il tempo di vedere una spettacolare ricezione ad una mando di DeVante Parker, che apre la strada al terzo passaggio da touchdown di Cutler, ricevuto da Julius Thomas, esperto TE di Miami, il quale va a fissare il punteggio finale sul 27 a 24 per Oakland. I Raiders migliorano così il loro record e dimostrano di potersela ancora giocare con Kansas City, all’interno della AFC West, mentre Miami, ora a 4-4, vede le sue ambizioni decisamente ridimensionate. Il bicchiere può però essere mezzo pieno per i Dolphins, i quali finalmente ottengono degli incoraggianti risultati dal proprio attacco, che ritrova efficacia in un momento chiave della stagione.