E anche le wild card sono terminate, dopo la pettinata dei Seamen ai Giaguari (con tutte le attenuanti del caso per i torinesi), è arrivata anche la prevedibile (ma non scontata) vittoria dei Giants Bolzano sui Lions Bergamo.
Rispetto alla partita di Milano, la wild card di Bolzano è stata decisamente meno emozionante, nonostante il risultato sia rimasto aperto fino alla fine. I Giants hanno vinto per 20-7 ma con il minimo sforzo, o meglio, vivacchiando dopo il touchdown spettacolo di Mark Simone, e sfruttando le difficoltà offensive dei Lions.
I Lions hanno pagato caro l’infortunio di Garetto. Non che con l’ex Rhinos in campo avrebbero vinto, sia chiaro, ma sicuramente avrebbero potuto rendere più imprevedibile il playbook offensivo, che invece si è ridotto, come avevamo anticipato nella preview di giovedì, alla creatività del quarterback di turno (Cavallini o Bryant), con option, qualche lancio, e corse telefonate di Lee.
In modo simile alla partita tra Seamen e Giaguari, il team senza i favori del pronostico (in questo caso i Lions), ha potuto contare su una difesa tosta che ha saputo fermare il più quotato attacco altoatesino, creando non pochi imbarazzi a Willingham e soci, nonostante la partita cominci sui binari giusti, con un lancio del quarterback USA per Bonacci che sigla i primi punti del match.
Vantaggio che però dura poco, vuoi il caldo, vuoi la sensazione di vincere facile, vuoi quello che vuoi, ma i Lions riescono tenere onesta la partita con un touchdown di potenza di Cavallini su corsa che chiude il primo quarto sul risultato di 7-7.
I Giants sono forse un po’ troppo sicuri delle proprie armi, e se in difesa sono concentrati e quasi impenetrabili (povero Bryant), in attacco gigioneggiano un po’ (troppo), cosa che abbiamo visto recentemente sia contro i Seamen che contro i Panthers, con il risultato che prima Willingham subisce (sul 14-7) un intercetto di Malvezzi, indolore solo perchè la difesa fa il suo, e poi nel terzo quarto sul risultato di 20-7 si permettono il lusso di giocare un 4 & 7 (forse a causa dello snap corto?) sulle proprie 15 yards, con Mark Simone (miglior giocatore dell’incontro) che però esce dal campo prima di chiudere il down. Anche in questo caso la difesa dei Giants evita contraccolpi negativi, e il tutto termina senza danni, ma l’atteggiamento dei giganti è pericoloso, perchè contro i Seamen, per esempio, queste leggerezze portarono ad una débâcle clamorosa già nel secondo quarto di gioco.
La partita scorre via nel quarto periodo senza eventi degni di nota, si gioca solo con le difese che sistematicamente inibiscono qualsiasi drive offensivo, e il risultato viene praticamente inciso sulla pietra.
I Lions onestamente più di così non potevano fare, o almeno, le forze in campo non sembravano a loro favore, tuttavia sono rimasti in partita, ma il fatto di avere un attacco “particolare”, con due quarterback che si alternano e che hanno nelle corse la loro arma migliore, non è il massimo quando di fronte hai una squadra che, almeno a livello difensivo, non concedere spazi agli avversari.
In semifinale però per i Giants non sarà sufficiente mettere in campo una linea Maginot, e l’attacco dovrà saper gestire meglio il possesso palla, anche se, a ben pensare, Argeo Tisma potrebbe aver semplicemente deciso, a playoff conquistati, di giocare le ultime 5 partite cercando di centellinare il dispendio fisico, dal momento che il roster, come consuetudine Giants, non è profondissimo, per poi puntare tutto al 100% dalla semifinale in avanti.
Photo credit: Valentina Gallina