Si è svolta ieri la terza edizione della Coppa Italia organizzata dalla Federazione Italiana Cheerleading.
Ad aggiudicarsi la medaglia d’oro in due discipline i “Flying Monkeys Varese”, team affiliato alla società
Gorillas Varese di football americano che siamo abituati a vedere in campo come supporters del basket Varese e della Unendo-Yamamay Busto Arsizio.
La squadra allenata da Laura Marocchi, Responsabile Tecnico provinciale e Giudice Nazionale, ha battuto sul campo avversari di tutto rispetto, alcuni dei quali considerati “i mostri sacri del cheerleading italiano” e si è guadagnata così, per la seconda volta, la qualificazione ai prossimi campionati Europei che si terranno a Rimini dal 29 al 30 giugno.
Ben tre primi posti: cheerleading mixed (15 atleti maschi e femmine); Campione Provinciale Senior Mixed (gara svoltasi al mattino grazie al comitato Provinciale e del C.S.I. di Varese); Group Stunt Mixed (5 atleti maschi e femmine).
Il cheerleading disciplina, largamente praticato in tutto il mondo, è in Italia una novità, ma solo in termini temporali, perché i numeri parlano chiaro: sono presenti più di 300 squadre su tutto il territorio Nazionale.
Si tratta di uno sport molto complesso che unisce acrobatica, abilità di ballo e capacità di formare piramidi umane molto complesse e in continua trasformazione; insegna la cooperazione e la solidarietà perché non esiste l’atleta di punta, ma solo il team, per cui tutti contribuiscono alla perfezione dell’insieme.
Il cheerleader supporta atleti agonisti durante i loro match: a volte il team Varesino arriva a partecipare a 3 eventi lo stesso giorno, in ogni periodo dell’anno, con qualunque condizione atmosferica, spesso affrontando lunghi viaggi. Per questo in America si dice: “Cheerleading has no season off” (il cheerleading non ha stagione di riposo). E il tutto senza perdere mai il sorriso.
Ma il cheerleading è anche agonismo: un atleta sacrifica se stesso per la squadra perché il successo o l’insuccesso non è mio, tuo o suo, ma è di tutti. Dietro quei 2,30 minuti in pedana c’è tanto lavoro e fatica e quello che sembra facile perché cammuffato da un’espressione sorridente , in realtà non è cosa semplice: sollevare, lanciare, soprattutto riprendere con la giusta tecnica una persona…. Chi lo fa normalmente? Lanciare e sostenere un compagno al terzo piano di una piramide umana… Siete ancora convinti che siano solo ragazze pom poms?
Dimentichiamoci quindi lo stereotipo della cheerleader dei film americani! Certo, esistono anche quelle, ma qui stiamo parlando di atleti, ragazze ma anche ragazzi che fanno davvero fatica. “Ci vuole una forza incredibile per raggiungere certi livelli, per questo i maschi sono particolarmente portati per gareggiare. Cinque dei 16 membri del mio team sono ragazzi che arrivano dalla ginnastica artistica, ma anche dal football americano” afferma l’allenatrice Laura. “Abbiamo formato il gruppo un po’ per gioco due anni fa, ma la passione ci ha aiutati ad arrivare dove siamo ora. A volte la gente ci chiede con quale coraggio le ragazze si fanno lanciare in aria… Ci vuole tecnica, tanto lavoro di potenziamento e di coordinazione, ma soprattutto tanta, tantissima fiducia! Il cheerleading è uno sport estremo? Beh, sì lo è!!!”
Dal prosimo anno partiranno anche i corsi pomeridiani per bambini e ragazzi dai 6 anni in su, con l’obiettivo di crescere tanti piccoli campioni.
Intanto Lunedì prossimo , 6 Maggio alle 10.30, le squadre di Football e Cheerleading saranno presentate ufficialmente alla sala matrimoni del Comune di Varese.
L’occasione servirà a celebrare il Patrocinio ottenuto da Provincia e Comune di Varesee presentare ai propri sostenitori le attività future dei due team.