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Super Bowl spettacolo: New England vince la finale più bella di sempre
Atlanta spreca un tesoretto di 25 punti di vantaggio e Tom Brady ribalta la partita nel finale, portando il 5° titolo ai Patriots.
Avevamo preannunciato che sarebbe stato un Super Bowl che avrebbe fatto storia, le premesse c’erano tutte, avessero vinto gli Atlanta Falcons sarebbe stato un record per lo stato della Georgia, che negli sport professionistici non annovera molto più che 1 solo titolo nazionale con gli Atlanta Braves (baseball) nel 1995.
Molto più succoso il bottino se avessero vinto i New England Patriots, che solo per la partecipazione hanno siglato il primo record NFL, ovvero 9 Super Bowl disputati, nessuno come loro. Con una vittoria inoltre avrebbero raggiunto Dallas e San Francisco con 5 titoli in cassaforte, e avrebbero annoverato due recordmen tra le loro fila: il quarterback Tom Brady e l’head coach Bill Belichick, anch’essi con 5 anelli alle dita, come nessuno mai in NFL. Ultimo ma non meno importante, se Brady avesse portato a casa anche il titolo di MVP, avrebbe superato il record di John Elway come il più vecchio MVP del Super Bowl, record che Elway aveva marcato proprio contro gli Atlanta Falcons nel Super Bowl XXXIII il 31 gennaio del 1999.
Ebbene, questo Super Bowl ci ha stupiti non una ma due volte in più, perchè oltre alla carrellata di record raccolti da New England, Brady e Belichick, ha anche messo “a verbale” altri due primati: unico Super Bowl della storia ad andare in overtime e record di punti rimontati (25) dalla squadra che ha alzato il Vince Lombardi Trophy.
Il Super Bowl dei record
Già, in 51 anni di vita mai un Super Bowl era andato in overtime, mentre per quanto riguarda la rimonta di una squadra vincente, il “record” precedente era di 10 punti, un nulla se paragonato alla rimonta di 25 punti da parte dei Patriots, una rimonta che ha dell’incredibile, dal momento che il primo touchdown di New England è arrivato a poco più di 2 minuti dal termine del terzo quarto di gioco, quando il risultato sembrava una sentenza e recitava 28-3 in favore di Atlanta.
Il touchdown che di fatto ha iniziato a riaprire i giochi è arrivato su una passaggio di Tom Brady per il runningback James White sulle 5 yards di Atlanta dopo 12 minuti e 48 secondi di gioco nel terzo quarto. Un 28-9 che non ha goduto però dell’extra point perchè un brutto snap dello special team di New England non ha permesso a Gostkowski di portare a 10 i punti dei “patrioti”.
Rimonta o touchdown della bandiera?
Cosa da poco, potrebbe sembrare, invece no, perchè quel punto costringeva i Patriots a dover segnare almeno altri 2 touchdown con trasformazione da 2 punti, oltre ad un field goal, il tutto solo per pareggiare, e con 17 minuti da giocare non sembrava una cosa così scontata, tanto più che Gostkowski sul successivo onside kick non riusciva nell’impresa di ridare palla ai suoi, anzi, un suo involontario tocco del pallone con il ginocchio prima delle 10 yards, regalava ai Falcons 5 yards in più della già perfetta posizione di campo. Matt Ryan infatti rientrava in campo per dirigere il suo attacco sulle 41 offensive.
Da qui in avanti invece si crea il miracolo New England e il dramma Atlanta. Con 2 minuti da giocare nel terzo quarto sale finalmente in cattedra quella che è stata la miglior difesa del campionato, e Matt Ryan dopo un pass da 9 yards per Hooper, va in black out. Per la verità prima ci pensa Matthews con un holding a far arretrare i suoi, e da li in avanti è buio pesto per gli uomini della Georgia.
Atlanta si inceppa
Ryan lancia un incompleto su un 2° e 11, e nel gioco successivo subisce un sack da 9 yards che butta i Falcons indietro fino alle proprie 49 yards, vanificando così la possibilità di un field goal che avrebbe chiuso il match. Anzi, non bastasse questo, sul punt successivo arriva anche l’ennesima flag contro i “rossi”, un delay of game, poca roba, ma “tutto il poco fa il tanto“, e Atlanta rende il pallone a New England quando mancano 14 minuti e 51 secondi al termine del Super Bowl, con il risultato che dice 28-9 in loro favore.
Il quarto periodo è solo New England, prima Gostkowski conclude con un field goal un drive lungo (5 minuti), e con poco più di 9 minuti da giocare, anche se il 28-12 è ancora un risultato “da stare tranquilli”, si vede che qualcosa in campo è cambiato.
Nel drive successivo Hightower piazza un sack sanguinoso su Ryan che perde il pallone (fumble ricoperto da Branch) e Brady può tornare in campo, dove confeziona in 2 minuti e mezzo il touchdown del 28-18, che diventa 28-20 con la trasformazione da 2 punti in wildcat effettuata da White.
Meno di 6 minuti da giocare e solo 8 punti separano i Patriots dai Falcons, ma ormai Atlanta è sulle ginocchia, Ryan con un big pass da 39 yard per Freeman si toglie dalla palude della propria red zone ma non è sufficiente a chiudere l’incontro, la difesa in maglia bianca è vigile, e concede il minimo, anzi, meno, e dopo l’ennesimo sack e l’ennesimo holding, deve rientrare in campo Bosher per un punt che rispedisce il pallone in mano ai Patriots con l’enormità di ben 3 minuti e mezzo di gioco.
Dramma Atlanta
Tre minuti e mezzo durante i quali succede di tutto: Brady che fa incompleti, rischia intercetti, lancia completi impossibili (come quello ricevuto da Edelman) e alla fine il touchdown di White (ancora lui), che porta New England a -2: 28-26 e si va per l’ennesima conversione da 2 punti.
Ormai l’inerzia è tutta per i Patriots, Brady va alla conversione da 2 punti con un pass per Amendola e la partita dopo quasi 3 quarti torna in perfetta parità, Atlanta crolla definitivamente e New England risorge.
L’ultimo drive di Atlanta è nullo, 57 secondi non bastano agli uomini in maglia rossa per mettere almeno un field goal, e quindi si va all’overtime.
Thrilling overtime
L’overtime di un Super Bowl è quasi una sudden death, nel senso che il regolamento dice che il primo che segna un touchdown vince, in caso di field goal invece si procede con la serie di un drive a testa fino a che una delle due squadre non vince (o non segna un touchdown). Il sorteggio sorride ai Patriots che oltre all’inerzia della partita hanno anche “quella della monetina”, sono loro infatti i primi a giocare il drive offensivo.
Un drive offensivo che Brady cucina in poco meno di 4 minuti partendo dalle proprie 25 yards e che si conclude con la corsa finale di White (ebbene si… ancora lui) che entra in end zone per il touchdown della vittoria.
Vincono i più forti
Alla fine, non ce ne vogliano i tifosi dei Falcons, vincono i più forti, i favoriti, quelli che ci hanno creduto fino alla fine, aiutati anche da un pizzico di fortuna, e perchè no, anche dall’esperienza, che è forse mancata alla secondaria di Atlanta (benedetta gioventù), che è crollata proprio nel finale.
I Falcons potranno recriminare di aver sprecato un’occasione epocale, un margine di 25 punti nel terzo quarto vuol dire “Campioni del Mondo”, vuol dire che sei forte e sei arrivato in cima, ma se non sei abituato a certe altezze, il rischio è che poi ti manchi il fiato.
Di sicuro per due quarti i Falcons ci hanno fatto vedere un football offensivo spettacolare e convincente, e una difesa arcigna, che non ha mai lasciato respirare Brady, mettendogli sempre pressione e spesso le mani addosso. Il sogno era ad un passo… sarà per la prossima volta.
Brady invece, che per più di metà partita sembrava spaesato, bollito, incapace di dare una direzione al suo attacco, lanciando più volte dei palloni fuori misura per il “piccolo” Edelman, si è svegliato nel momento giusto, ha preso le redini dell’attacco e ha dimostrato perchè è il quarterback (anzi, il giocatore) che ha vinto più Super Bowl di chiunque altro. Ha frantumato i recor per passaggi completati, tentati e per yards su passaggio: 43 su 62 per 466 yards… spaventoso!
Brady MVP e Belichick: i recordmen
Neanche da discutere il titolo MVP per Tom Brady, forse l’avrebbe meritato, quasi alla pari, il giovane runningback James White, ma siamo in America, Brady è il più vincente dei vincenti, e con questo titolo MVP diventa il più MVP di tutti (4° volta) e stabilisce il record per il giocatore più vecchio nella storia del Super Bowl a vincere il premio, a 39 anni (e mezzo), anche se non li dimostra.
Anche coach Belichick si può fregiare di un record, è l’head coach che ha vinto più titoli di tutti: 5, come Tom Brady, una coppia perfetta!
Questo è l’american dream, questo è il Super Bowl, il più avvincente ed entusiasmante Super Bowl di sempre, e non certo per la presenza di Lady Gaga.
Photo credit: John Biever/NFL
Autore: Fabio Gentile
Data di pubblicazione:
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